“Il viaggio” è un progetto ispirato ad una storia vera, la storia di Moussa Molla, un ragazzo del Benin arrivato in Italia nel 2015, allora minorenne. Moussa faceva parte dei gruppi teatrali dei Cantieri Meticci, dove lavoravo, e vista la sua bravura era venuto a fare alcuni spettacoli con la Compagnia.
Il primo giorno di viaggio in auto si sedette di fianco a me e si addormentò, mettendomi prima la testa sulla spalla, poi stringendomi forte il braccio e appoggiando la mano sulla gamba. Io rimasi perplessa da quel gesto, anche un po’ stizzita, perché non era nel mio gruppo di lavoro e ci conoscevamo davvero poco. In più da un ragazzo come lui, sempre sorridente e con dei modi di fare da vero principe, non me lo sarei mai aspettata.
Appena scesi dalla macchina mi prese da parte, e con gli occhi lucidi mi raccontò la terribile storia che c’era dietro quel gesto, la storia che lo portò a scappare dal suo paese e a venire in Italia. Riflettendo, in questi anni, mi sono chiesta se quella stessa situazione fosse capitata in un ambito non protetto, com’è in questi casi quello teatrale, se fosse successo tutto su un mezzo pubblico ad esempio, la mia reazione sarebbe stata la stessa? E gli altri passeggeri, come avrebbero potuto reagire?
Il finale risulta essere a sorpresa, ma è la rappresentazione di come il pubblico reagisce davanti alla nuda e cruda realtà.
