Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza
PH: Maria Radicchi (Manifestazione NO CPR a Bolzano, 14.10.'23)
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Teoria e pratica di una dittatura in materia di immigrazione

Una politica bellica per rifondare la governance della migrazione

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L’atto politico è un gesto politico, è l’atto con cui si stabilisce l’ordine nel caos. L’ordine è il paradigma tra amico e nemico, tra amico e hostis, oppositore assoluto 1. Gli amici sono i cittadini italiani, gli hostis gli immigrati.

La teoria del “politico” di Carl Schmitt 2 sembra essere il fondamento teorico della contemporanea governance della migrazione in Italia. Secondo il giurista tedesco, l’ordinamento giuridico è subordinato alla presenza di ordine: se l’insieme delle norme giuridiche non è in grado di regolare la vita dei consociati, allora esso è insensato ed in una situazione di disordine non si applica nessuna norma.

Il caos è uno stato di eccezione e “sovrano è chi decide sullo stato di eccezione”.
L’eccezione diventa il prius dello stato, a scapito dei diritti naturali soggettivi, la sovranità del popolo viene messa in discussione. Secondo Schmitt, la risoluzione di tale stato di emergenza, mediante la creazione di un nuovo ordinamento giuridico, è l’atto politico per eccellenza, è l’”atto originario”. Adesso, se si sostituisce “ordinamento giuridico” con “disciplina giuridica della immigrazione”, “caos” con “incremento dei flussi di persone migranti” e “stato di eccezione” con “stato di emergenza” il nesso appare chiaro. Il diritto d’asilo e d’accoglienza non si può applicare all’“Africa in Italia”, la situazione è eccezionale, la gestione della migrazione va rifondata per riportare l’ordine.

Seguendo questa logica, nessun passo falso è stato fatto dal governo Meloni fino ad oggi per sostituire una gestione della migrazione fondata – sulla carta – sullo stato di diritto con una nuova governance fondata dalla sicurezza. Le condizioni affinché possa avvenire l’”atto originario” sono state create: il governo si è reso sovrano per difendere i suoi cittadini, l’identità italiana contro il nemico straniero. La sua politica bellica contro l’immigrazione è quindi perfettamente legittima.

È precisamente in questo stato di eccezione che si sta edificando la trasformazione della gestione dell’immigrazione attraverso una serie di decreti-legge deumanizzanti e attraverso una sempre più violenta militarizzazione dell’asilo.

Il “politico eccede al giuridico” e la retorica perseguita è quella della subordinazione della libertà alla sussistenza di sicurezza. Ma come garantire l’ambita sicurezza?

Allontanando il più possibile il nemico, detenendo l’hostis nella periferia dello stato Italia, negli hotspot, o nei CPR prima di essere espulso. Sfortunatamente persiste un problema che all’epoca dei totalitarismi europei non sussisteva, ossia la subordinazione delle fonti primarie nazionali al diritto internazionale e dell’Unione Europea, limite al monopolio della forza che non piace al governo Meloni.

La non convalida da parte del Tribunale di Catania del trattenimento di 5 migranti a Pozzallo, l’ultima condanna della Corte Edu, 19 ottobre 2023, contro l’Italia per la violazione dell’ART. 3 e ART. 5 della CEDU per i fatti avvenuti nell’hotspot di Lampedusa, il fallimento del Memorandum d’Intesa con la Tunisia, le manifestazioni “No CpR” sono elementi scomodi.

Perché non ideare allora un modello di gestione “storico ed innovativo” che sia “fuori dal diritto europeo”, mediante uno strumento facile, un Protocollo, precisamente il Protocollo Italia-Albania del 6 novembre, per non permettere nemmeno ai migranti di toccare terra e creare un nuovo “modello di gestione”.

Attenzione però alle numerose questioni di legittimità poste dalle disposizioni di tale protocollo, la proscrizione di “sbarco selettivo” opposto alla Convenzione di Amburgo sul Soccorso in Mare, inter alia. Ma abbiamo detto che il “politico eccede il giuridico”. Conseguentemente la ricerca di legittimità non sarà nel diritto ma nella necessità di sicurezza. Infatti, contestualmente, l’esecutivo continua la sua politica di populismo penale, di panpenalismo. Ecco che l’approvazione del nuovo e severopacchetto sicurezza” che, inter alia, penalizza le rivolte nei CPR e le proteste nei centri di accoglienza, per silenziare le numerose violazioni di diritto che vi avvengono, non può essere più puntuale.

Non lasciamo che lo stato di polizia governi la migrazione né in Italia, né altrove. Non accettiamo derogazioni allo stato di diritto in nessun ambito, l’eccezione non è la regola.

  1. Carl Schmitt, 1921. Die Diktatur. Von den Anfängen des modernen Souveränitätsgedankens bis zum proletarischen Klassenkampf
  2. Carl Schmitt, 1922. Politische Theologie. Vier Kapitel zur Lehre von der Souveränität

Ludovica Mancini

Studentessa attualmente iscritta al corso di Laurea Magistrale in Human Rights and Multi-level governance presso l’Università di Padova con titolo congiunto in Droits des Libertés presso UCLY, Lione. Laureata a Ca’ Foscari in lingue e relazioni internazionali con una tesi triennale sul CEAS e l’approccio hotspot.