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Lecce – Alcune riflessioni inerenti al film-spot sul Cpt Regina Pacis

Interviste ad Alessandro Presicce, avvocato e Giovanna Boursier, giornalista

Il regista Stefano Mencherini ne aveva prodotto un documentario per raccontarne tutta la vergogna possibile.

Il centro di detenzione Regina Pacis di S. Foca (Lecce), continua a far parlare di sé e del suo gestore, don Cesare Lodeserto.
Come rispondere alle accuse, alle inchieste, alle infamie che provengono da più parti sulla gestione del cpt? Fare un film.

«Un’incerta grazia», di Claudio Camarca, prodotto dalla Fondazione Regina Pacis, la stessa che gestisce il cpt di Lecce (l’unico centro di detenzione gestito dalla Curia locale!). Il film, che sarà prossimamente proiettato al Festival di Mosca, è stato parzialmente girato anche in Moldova.
Si tratta di un lunghissimo spot (50 minuti)
in cui per la maggior parte del tempo l’interprete principale è proprio lui: don Cesare.
Ovviamente non viene citata l’inchiesta in corso proprio sul Regina Pacis nei confronti di Lodeserto, dieci carabinieri, sei operatori e due medici, rinviati a giudizio per pestaggi contro gli immigrati durante un tentativo di fuga il 22 novembre 2002 ed in altre circostanze.

L’accusa contesta a Lodeserto di non aver impedito che gli ospiti in fuga venissero colpiti con calci, pugni, spintoni e schiaffi. E inoltre di aver afferrato un extracominitario per i capelli e di averlo scaraventato contro un muro facendogli sbattere la faccia e la nuca. Don Cesare avrebbe inoltre spezzato due denti sempre allo stesso ospite con il manganello di un carabiniere, sputato in faccia ad un altro e infine partecipato ad un pestaggio con i militari.
Le accuse a vario titolo, per tutti gli indagati, sono lesioni personali, abuso di mezzi di correzione, omissione di intervento per impedire i maltrattamenti e anche falso. Con l’aggravante dell’abuso di potere e in violazione dei doveri di chi ricopre una funzione pubblica, nonchè agendo con crudeltà.

Per la prima volta delle telecamere entrano in un cpt.
La norma – per ordine del Ministero degli Interni – vuole che nei cpt le telecamere non possano entrare e che gli immigrati non possano essere ripresi. Si è detto per una questione di privacy

Ma per una qualche magia questa volta le riprese partono proprio dal centro e gli immigrati possono raccontare le loro storie.

Abbiamo chiesto un commento alla notizia ad Alessandro Presicce, avvocato, esponente del Lecce Social Forum, che offre anche un aggiornamento sulla prima udienza del processo Lodeserto + 18.
La prossima udienza sarà ad ottobre.
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La seconda intervista è con Giovanna Broursier, giornalista de Il Manifesto e di Report, trasmissione di Rai 3 che il 18 aprile ha mandato in onda l’inchiesta realizzata sui centri di detenzione in Italia.

A Giovanna abbiamo chiesto un commento sul fatto che come giornalista non ha potuto entrare all’interno di nessun centro mentre sul cpt Regina Pacis è stato prodotto un film, che parteciperà a diversi festival…

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Approfondimenti audio e tutta la storia del processo a Don Cesare Lodeserto sul sito di Radio Paz