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Rutelli: «Manterremo i cpt» di Cinzia Gubbini

da Il Manifesto del 2 novembre 2005

«E’ impossibile abolire i centri di permanenza temporanea per immigrati. Se lo facessimo, l’Italia diventerebbe una piattaforma per centinaia di migliaia di clandestini, tra cui non si può escludere si infiltrino anche terroristi». Non l’ha detto il solito ministro dell’interno Pisanu, bensì il leader della Margherita Francesco Rutelli, che ha rilasciato la sua dichiarazioni d’intenti ieri sera all’emittente abruzzese Atv7. Il candidato premier del centrosinistra alle scorse elezioni si inserisce così a gamba tesa – per l’ennesima volta – in uno dei tanti, delicati, punti di discussione nella costruzione del programma dell’Unione. «Quando noi andremo al governo li manterremo», ha specificato, senza neanche sprecarsi in una delle centomila acrobazie con cui si esercitano gli altri esponenti dell’opposizione quando devono affrontare il discorso cpt.

Che i partiti maggioritari del centrosinistra abbiano tutta l’intenzione di mantenere in funzione i centri di permanenza una volta conquistato il governo, non è un mistero per nessuno. I centri per immigrati, d’altronde, sono stati «inventati» dalla legge Turco-Napolitano, e giammai dallo stato maggiore dei Ds è giunto un rammarico per quella scelta. Al limite, si sente dire che è stata una decisione «dura, ma necessaria». Tuttavia il tono di Rutelli è chiaramente teso a dare «uno strappo», se non altro quando sostiene che la funzione dei cpt sia quella di tenere lontani i terroristi da casa nostra – argomento caro alla destra. Anche perché sulle questioni dell’immigrazione la Margherita ha sempre avuto un ruolo abbastanza defilato, e sui grandi schermi non ha mai espresso opinioni vincolanti per le scelte di programma. Ma si sa che il presidente diellino ci tiene a imprimere il proprio marchio su tutti gli argomenti, senza preoccuparsi troppo di stabilire prima un accordo con il resto della coalizione. Tanto più quando si toccano argomenti elettorali di primo piano – come possono essere l’immigrazione o i Pacs.

Il fatto è che la vicenda dell’immigrazione rischia di rompere le uova nel paniere a chi cerca di stabilire un equilibrio tra le varie anime del centrosinistra. Se non altro perché la polemica sulla politica migratoria non si è mai spenta dall’approvazione della Turco-Napolitano ed è continuata imperterrita nei cinque anni di opposizione. E in questo dibattito la questione dei centri di permanenza temporanea non è affatto secondaria. Anzi, negli anni del governo Berlusconi è assurta a questione simbolica – ma di sostanza – nella battaglia per i diritti degli stranieri e per una diversa impostazione della politica sull’immigrazione. Quella che sotto i governi del centrosinistra era una battaglia relegata ai circuiti del movimento, è ormai un fatto che riguarda anche i partiti. Su questo fronte l’iniziativa del governatore pugliese Nichi Vendola – che ha organizzato un Forum delle regioni per discutere del superamento dei cpt – non è che la punta più avanzata. Prima ancora c’è stata la creazione di un gruppo di lavoro parlamentare – a cui hanno partecipato tutti i partiti, compresa la Margherita – che si è impegnata a ispezionare tutti i cpt d’Italia, denunciandone puntualmente le violazioni e molto spesso chiedendone la chiusura. Insomma, «superare i cpt» è una parola d’ordine ormai diffusa anche ai «piani alti» della politica di centrosinistra – quando non si parli chiaramente di chiusura di quelle strutture, come fanno ad esempio Rifondazione e Verdi.

Tant’è che anche il candidato premier Romano Prodi – l’uomo del plebiscito alle primarie – ha ripetutamente sostenuto la necessità di «rivedere» i centri di permanenza temporanea. Su come superare i cpt, però, tutti i discorsi sono ancora aperti. E c’è chi persevera – ad esempio Livia Turco – nel ripetere che «i cpt del centrosinistra erano ben diversi da quelli della Bossi-Fini». Cosa vera, ma fino a un certo punto, visto che anche quelli del centrosinistra si inserivano in un sistema basato principalmente sulle espulsioni. Proprio in questi giorni si lavora alacremente ai tavoli del programma voluti da Prodi – e si aspettano scintille da quello sull’immigrazione presieduto da Ida Dentamaro (Udeur). Rutelli ha fornito il carburante.