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Soggiorno di breve durata – Ancora nessun modulo predisposto dal Ministero dell’Interno

Questa mancanza sta provocando gravi problemi

Avevamo dato notizia del decreto legge n. 10 del 15 febbraio 2007 che ha soppresso l’obbligo di richiedere il permesso di soggiorno, per coloro che intendono fare ingresso in Italia per motivi di turismo o comunque per breve soggiorno di durata non superiore ai tre mesi. Al posto del pds è stato introdotto l’obbligo di presentare una semplice dichiarazione di soggiorno all’autorità di polizia di frontiera o alla questura del luogo di dimora, successivamente all’ingresso e sempre entro gli otto giorni lavorativi.

Questa norma però non è ancora di fatto pienamente operativa perché si attende – chissà ancora per quanto – che il Ministero adotti un proprio modulo per la dichiarazione.
Nel frattempo veniamo a sapere che la Questura di Milano ha adottato un proprio modello. Iniziativa senz’altro meritoria e coraggiosa. Visto che lo straniero deve presentare una semplice dichiarazione, la questura di Milano ha ritenuto di non attendere il Ministero dell’Interno quindi di semplificare le proprie pratiche amministrative eliminando almeno i permessi di soggiorno per turismo.
Per l’appunto, secondo la maggior parte delle questure ancora oggi (nonostante quanto stabilito chiaramente con il decreto legge n. 10/2007) si dovrebbe continuare a presentare presso gli uffici postali la domanda di rilascio del permesso per turismo, finalizzata al rilascio di un permesso di soggiorno di durata non superiore ai tre mesi. Il costo ricordiamo si aggira sui 40 euro… non poco per un permesso di soggiorno di tre mesi, soprattutto se si considera che dati i noti problemi del sistema postale, questo permesso gli interessati non lo vedranno mai, perchè trascorreranno i tre mesi senza che ottenere una risposta alla domanda.
Colore che hanno presentato la domanda di pds per turismo dall’11 dicembre in poi, a tutt’oggi stanno ancora attendendo…

Ma cosa succede nel territorio di tutte le altre province?
Viene da dire che se questa scelta si è fatta a Milano non si vede perché non si possa fare nelle altre città.
D’altra parte il decreto legge prevede sì che vi debba essere un modulo ministeriale, ma prevede altrettanto chiaramente che lo straniero si deve limitare a dichiarare la propria presenza e indicare il proprio domicilio. Niente altro. Ecco che allora rimane il dubbio, piuttosto pesante, se consigliare gli interessati di andare in Posta e spendere soldi, o se invece consigliare di fare una semplice raccomandata utilizzando magari il modulo stesso della Questura di Milano.

Abbiamo voluto sottolineare questo fatto, per esemplificare una politica che funziona poco e soprattutto male in materia di governo dell’immigrazione. La semplificazione amministrativa evidentemente non piace e di fatto, anche se non c’è interesse in questo senso, la confusione continua ad essere alimentata almeno in parte anche dall’inerzia dell’amministrazione competente.