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Domanda di asilo dichiarata infondata dalla Commissione: per il Tribunale la Tunisia non è un Paese sicuro

Tribunale di Cagliari, decreto del 3 novembre 2022

Photo credit: Boats for people

Il Tribunale di Cagliari accoglie la richiesta di sospensiva di un cittadino tunisino. La situazione è peculiare e occorrerà attendere il merito per approfondirla ma il decreto è significativo perché, il Tribunale “smentisce” il fatto che la Tunisia sia un Paese Sicuro.

La Commissione Territoriale di Cagliari aveva dichiarato manifestamente infondata la domanda di protezione internazionale ritenendo non fondati i timori espressi dal richiedente in sede di audizione. L’ente Territoriale, in particolare, non aderiva alla paura rappresentata dal ragazzo di poter essere sottoposto a torture o trattamenti inumani, a causa della condanna, definitiva, riportata in Italia ai sensi dell’art. 270 quinquies c.p. in quanto la Tunisia è un Paese di Origine sicuro e, in particolare, dalla fonti esaminate emergerebbero “le forze profuse dal Paese per rafforzare il vigente apparato antiterrorismo adottato nel 2015 […] nonché per adottare specifiche strategie di contrasto al fenomeno ad opera di organismi specializzati di concerto con le competenti istituzioni governative”.

Il richiedente ha espiato la propria pena, usufruendo anche della liberazione anticipata e sta attualmente seguendo un virtuoso percorso di reinserimento lavorativo e sociale. 

Il Tribunale, non aderendo alle affermazioni della Commissione circa la sicurezza del Paese di Origine ha affermato che “L’ONG Human Rights Watch, il 9 febbraio 2022, ha accusato le autorità tunisine di usare lo stato di emergenza, istituito nel 2015, per collocare individui in “detenzione segreta“”.

Secondo Human Rights Watch, “non rivelare il luogo di detenzione di una persona è un primo passo allarmante verso uno stato senza diritti e non è in alcun modo giustificato dallo stato di emergenza che è stato ripetutamente esteso dal 2015″ (HRW – Human Rights Watch: Tu-nisie : Des détentions secrètes sous couvert d’état d’urgence, 9 February 2022, https://www.ecoi.net/en/document/2067802.html , accessed on 21 March 2022)“.

  • l’Italia è stata già condannata in passato in relazione all’espulsione verso la Tunisia di un suo cittadino per la violazione dell’art. 3 della CEDU (Ben Khemais c. Italia, sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo del 24 febbraio 2009- ricorso n. 246/07) date le condizioni disumane del regime carcerario;
  • attualmente anche l’argine, costituito dalla magistratura, agli arresti illegali e alla detenzione cautelare abusiva, è indubitabilmente indebolito dal regime del Presidente Saied: come riportato dal recente report EUAA (aggiornato al marzo 2022) “Il Presidente Saïed il 19 gennaio 2022 ha sospeso stipendi e privilegi dei membri del Consiglio Superiore della Magistratura, organo indipendente, citando la necessità di combattere la corruzione nel sistema giudiziario; l’Associazione dei giovani magistrati il 25 gennaio ha denunciato una “campagna diffamatoria” contro l’indipendenza della magistratura. Il capo del gabinetto presidenziale Nadia Akacha 24 gennaio si è dimesso citando “differenze fondamentali di opinione” sugli interessi del paese (International Crisis Group) . Il 6 febbraio 2022 il Presidente Saïed ha annunciato lo scioglimento del Consiglio superiore della magistratura, organismo incaricato di garantire l’indipendenza giudiziaria, accusandolo di “parzialità”, “corruzione” e di ritardare indagini politicamente sensibili; il giorno dopo la polizia ha bloccato l’accesso del Consiglio nella capitale Tunisi. In risposta, l’Associazione dei giudici tunisini il 9 febbraio 2022 ha lanciato uno sciopero di due giorni; circa 1.000 giudici e avvocati il 10 febbraio hanno protestato contro la decisione a Tunisi. Lo scioglimento del Consiglio supremo della magistratura è stato anche duramente condannato a livello internazionale. Gli ambasciatori degli stati membri del G7 e dell’Ue in Tunisia, l’8 febbraio 2022, hanno affermato che la decisione interferisce con “il funzionamento del sistema giudiziario e il rispetto della sua indipendenza”; il capo delle Nazioni Unite per i diritti umani, Michelle Bachelet, lo stesso giorno ha condannato “una chiara violazione degli obblighi della Tunisia secondo la legge inter-nazionale sui diritti umani”. Il Presidente Saïed il 12 febbraio ha emesso un decreto che scio-glie formalmente il Consiglio supremo, istituendo un consiglio giudiziario provvisorio de facto sotto il suo controllo; si è anche concesso il potere di licenziare i giudici, bloccare la loro promozione o nomina.”;

Si ringrazia l’Avv. Martine Menna per la segnalazione e il commento.


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