Papers, una rubrica di Melting Pot per la condivisione di tesi di laurea, ricerche e studi.
Per pubblicare il tuo lavoro consulta la pagina della rubrica e scrivi a [email protected].
Le frontiere dell’Unione diventano sempre più intelligenti e automatizzano le identità. Oltre i muri fisici e virtuali, le storie delle persone.
Attraverso delle testimonianze di persone migranti e le interviste ad avvocati e operatori, la tesi esplora il sistema di raccolta dati di chi giunge sui confini europei.
Con politiche confinarie sempre più rigide, l’infrastruttura burocratica dell’Unione Europea impone una sempre più rigida relazione tra diritti e identità giuridica: pur avendo un’esistenza fisica, un’identità personale, un immaginario culturale e una memoria storica, lə migrantə che giungono sui nostri confini senza regolari documenti, non possedendo un’identità giuridica in Unione Europea, non sono titolari di alcun diritto.
La zona grigia dell’identificazione è quindi cruciale: rappresenta l’emersione dall’invisibilità giuridica, la possibilità di accedere a servizi essenziali e di esercitare diritti fondamentali come il diritto di asilo; al contempo, in più di qualche caso il rilascio dei dati (in particolare personali e sensibili) costituisce un baratto forzato in cambio di accoglienza, non permette loro di opporsi o di richiedere modifiche così come è invece possibile fare a qualsiasi regolare cittadino europeo, ed è in grado di condizionare fino anche a limitare un progetto migratorio.
Di fronte a questo inevitabile squilibrio di potere giuridico, quali dati è lecito chiedere nella fase di identificazione, e con quali implicazioni sulla vita concreta delle persone?
Tesi di laurea per il Master in comunicazione della scienza “Franco Prattico” (SISSA, Trieste)