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CAS di via Mattei – I migranti denunciano il sovraffollamento del centro e le condizioni di lavoro nei magazzini della logistica

Il contagio alla Bartolini di Bologna dimostra che per i migranti che abitano nel CAS non esiste alcun pacifico ritorno alla normalità

I migranti del Coordinamento Migranti che vivono al Mattei e che da mesi denunciano le condizioni di sovraffollamento mostrano la situazione che si sta vivendo oggi dentro al centro, dove ci sono almeno 8 casi positivi di coronavirus collegati al focolaio in Bartolini. Nel video le condizioni di sovraffollamento della struttura e le condizioni di lavoro nei magazzini della logistica dove lavorano molti dei migranti del centro con contratti a chiamata.

Secondo il Coordinamento migranti di Bologna e l’ASGI (Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione) “la situazione che si è creata negli ultimi giorni al CAS Mattei conferma il grave e concreto rischio di contagio che le associazioni dei migranti e dei richiedenti asilo hanno denunciato sin dai primi di marzo 2020, nell’indifferenza delle Istituzioni pubbliche. L’impossibilità di mantenere il distanziamento personale, in conseguenza della convivenza in camere di 10-12 persone, nonché le condizioni di lavoro alle quali spesso sono costretti i richiedenti asilo in contesti caratterizzati da forte precarietà, espongono tutti i richiedenti asilo ospiti del CAS, nonché i lavoratori e le lavoratrici, al rischio di contagio, riflettendosi conseguentemente anche all’esterno della struttura“. Le associazioni ribadiscono con forza l’imprescindibile necessità di chiusura immediata del CAS Mattei, con spostamento dei richiedenti asilo in piccole strutture di accoglienza del territorio bolognese, dove possa essere garantita un’accoglienza vera e la tutela della salute di tutte e tutti.

PRIMA PARTE

SECONDA PARTE

Comunicato del Coordinamento Migranti

Il contagio verificatosi alla Bartolini dimostra che per i migranti che abitano nel centro di accoglienza di via Mattei non esiste alcun pacifico ritorno alla normalità. Come durante i giorni più duri della pandemia centinaia di migranti sono ammassati in camere sovraffollate senza alcun rispetto per le misure di prevenzione del contagio. Alcuni di loro pare fossero risultati positivi al tampone.

Durante la pandemia gli ospiti del centro Mattei il Coordinamento Migranti, le comunità di richiedenti asilo e altre associazioni bolognesi hanno denunciato con numerosi comunicati le condizioni dei centri di accoglienza, chiedendone la chiusura immediata e il trasferimento degli ospiti in case. Le istituzioni hanno risposto con chiacchiere e vane promesse, rifiutandosi di prendere qualsiasi provvedimento. La Bartolini è ancora aperta e la salute dei migranti è affidata al caso, mentre i profitti della logistica bolognese sono al sicuro.

Dopo mesi di denunce e di indifferenza di Prefettura, Comune e Regione, nel primo pomeriggio di domenica 28 giugno sono stati predisposti i tamponi per tutti le e i migranti del centro di accoglienza Mattei. Lo abbiamo chiesto mesi fa, insieme alla chiusura del centro Mattei e il trasferimento delle e dei migranti in appartamenti sicuri. Per arrivare ai controlli sanitari, ci sono voluti 8 contagi certi, collegati al focolaio della Bartolini. Il contagio mostra d’altronde come l’accoglienza sia il bacino dello sfruttamento della logistica, nonostante il sindaco Merola continui a ignorare il problema e assieme al dipartimento di sanità pensino di risolvere il problema informando le comunità migranti. Per Comune e Regione i responsabili sarebbero i migranti poco informati sulle misure di prevenzione. Eppure, proprio quei e quelle migranti sono stati i primi a denunciare le pessime condizioni di assembramento forzato tanto nel Mattei quanto sui luoghi di lavoro e nei magazzini. Noi invece riteniamo responsabili di ognuno di questi contagi le istituzioni e i padroni che hanno atteso in silenzio la diffusione del virus.

www.coordinamentomigranti.org