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da Il corriere di Comodel 23 aprile 2009

Clandestini, lo sfogo del primario «Siamo medici, non poliziotti»

La polemica sull'obbligo di denuncia

«Sono un medico. Inizierò a denunciare i clandestini che si rivolgono a me quando vedrò gli avvocati denunciare i propri clienti che commettono reati, gli architetti e i geometri denunciare i propri clienti che compiono abusi edilizi e scempi ambientali, i commercialisti e i notai denunciare i propri clienti evasori. E via denunciando».
È una provocazione forte, quella di Mario Guidotti, primario di Neurologia all’ospedale Valduce di Como. Una provocazione che il medico comasco ha deciso di rendere pubblica ieri spedendo una e.mail al Corriere di Como.
Argomento: il contestato (dai medici) disegno di legge 2180, attualmente in discussione alla Camera dei Deputati e relativo ai temi della sicurezza. Com’è noto, tra i 66 articoli della proposta ce n’è uno (il 45) che modifica l’articolo 35 del Testo Unico in materia di assistenza sanitaria agli stranieri non iscritti al servizio sanitario nazionale, abrogando la disposizione (comma 5) secondo la quale l’accesso alle strutture sanitarie da parte dello straniero irregolare non può essere segnalata all’autorità giudiziaria. Secondo l’ufficio studi della Camera dei Deputati, che sull’argomento ha pubblicato un lungo dossier consultabile sul sito Internet di Montecitorio, la modifica del Testo Unico «non sembrerebbe comportare di per sé un obbligo di segnalazione, determinando semplicemente il venir meno del divieto posto al personale sanitario». Insomma, nessun obbligo di denuncia ma anche nessun divieto.

Un testo ambiguo, che ha scatenato nelle settimane scorse molte polemiche soprattutto da parte dei medici e degli organismi professionali e sindacali che rappresentano la categoria.
«La mia provocazione – dice adesso Mario Guidotti – credo che serva soprattutto a uscire dal falso pietismo dentro il quale si dibatte il discorso relativo ai clandestini. Mi chiedo: perché i medici devono fare gli sceriffi’ Non è il nostro compito. Lo Stato metta in campo i suoi uomini, questa è una mera operazione di polizia. Se poi come professionisti dobbiamo agire, allora penso che sia giusto che anche altri lo facciano, anzi che lo facciano tutti coloro i quali hanno un rapporto di fiducia con i loro clienti».

«La parola cliente», premette ancora Guidotti, «non mi piace molto». Ma al di là delle definizioni, il primario di Neurologia insiste nel suo ragionamento: «A quale scopo – dice – io devo ricercare un reato nel comportamento dei miei “clienti” mentre altri possono invece difenderli’ I medici non devono fare i vigilantes».

Un no netto, quindi, alla proposta che giunge dal governo di centrodestra (il disegno di legge è firmato dallo stesso premier Berlusconi e dai ministri dell’Interno, Roberto Maroni e della Giustizia, Angelino Alfano. «Passiamo la giornata a compilare carte, ci complicano la vita con le scartoffie – conclude Guidotti – Quest’ultima proposta elimina quel poco di umanità che resta nel nostro lavoro. Anch’io voglio combattere la clandestinità, ma non ci strumentalizzino, ci facciano fare i medici e basta».

di Dario Campione