Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

#EUshame – Occupata la sede della Commissione Europea a Milano

Shame on E.U.: people before borders Stop the war against people, Freedom of movement!

Milano – Al grido “Europa vergogna, fermiamo la guerra ai migranti e apriamo i confini“, un centinaio di attiviste e attiviste dei centri sociali del Nordest e della campagna Lesvoscalling hanno occupato per tre ore la sede della Commissione UE.
I manifestanti seduti a terra nell’atrio hanno protestato contro le politiche europee che prima stringono patti scellerati con la Turchia e poi armano le polizie di confine per respingere e uccidere le persone in cerca di protezione. Dal balcone principale del palazzo è stato appeso uno striscione che ricorda come la vera emergenza sia quella di proteggere le persone evacuandole della isole greche e dalle zone di confine, e non di promuovere gli Stati a “scudi d’Europa”.
Vogliamo canali umanitari subito! Vogliamo l’apertura del confine tra Grecia e Turchia! Rivendichiamo la libertà di movimento: le persone che si trovano nelle isole del Mar Egeo devono essere immediatamente evacuate e portate sulla terraferma, e in deroga al regolamento di Dublino, ricollocate negli altri Paesi nei quali deve essere garantita un’accoglienza dignitosa e il diritto d’asilo“.

Shame on E.U.: people before borders
Stop the war against people, Freedom of movement!

L’Unione Europea sta attuando una guerra contro decine di migliaia di persone migranti che dalla Turchia cercano protezione in Europa ma trovano Frontex ed i carri armati di Grecia e Bulgaria. In questa settimana almeno una persona è stata uccisa e 5 sono rimaste ferite dai proiettili sparati dalla polizia greca nei pressi del confine di Kastanies, un bambino è annegato nel naufragio di un gommone respinto nel tratto di mare di Lesbo. Il governo greco, retto da una coalizione di destra e guidato da Kyriakos Mītsotakīs, ha proclamato lo stato d’emergenza, schierando l’esercito ai confini e sospeso il diritto di chiedere protezione internazionale, richiamandosi alle condizioni eccezionali di cui all’Art. 78 del TFUE. Più di 40.000 persone sono invece intrappolate da mesi nelle isole dell’Alto Egeo, a causa dell’accordo UE-Turchia del 18 marzo 2016, costato ai cittadini europei 6 miliardi di euro. Ora, rifiutandosi di bloccare le persone, Erdogan di fatto lo rompe e lascia all’Europa la responsabilità di bloccare i migranti, a costo di ucciderli tutti uno per uno. Quell’accordo è stato un gigantesco errore perché ha consegnato ad Erdogan una fenomenale arma di ricatto. Oggi come allora servono canali umanitari, non gendarmi esterni!

Nonostante violenze reiterate, violazioni dei diritti fondamentali e detenzioni illegali siano costantemente confermate, i leader dell’Unione Europea elogiano Grecia e Bulgaria come “scudo” dell’Europa e rinforzano Frontex con 6000 agenti, 6 imbarcazioni ed attrezzature per potenziare il controllo dei confini di terra e di mare. Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Europea, ha reso immediatamente disponibili 350 milioni di euro di fondi UE per garantire la chiusura dei confini esterni dell’UE verso la Turchia. Altri 350 milioni saranno disponibili in forma di agevolazioni finanziarie. Angela Merkel ha proposto alla Turchia, nella settimana scorsa, un nuovo accordo allo scopo di poter rimandare indietro chiunque provi a entrare nel territorio degli Stati UE. Sottoscrivere un nuovo accordo sarebbe regalare un ulteriore strumento di ricatto ad un tiranno antidemocratico come è Erdogan!

Mentre i decisori politici blindano i confini d’Europa, nei territori le formazioni di estrema destra organizzano indisturbate intimidazioni, attacchi incendiari ed aggressioni contro i migranti ed i volontari delle ONG.
L’azione dell’UE in queste settimane, le politiche indicate dalla Commissione Von der Leyen e dal vicepresidente Schinas fomentano la paura, l’odio e le tensioni sociali contro i più deboli.
È forse questo lo stile di vita europeo che vogliamo promuovere?

Rigettiamo questa guerra europea contro persone che cercano protezione!
Sosteniamo le persone non gli Stati!
Più di tre milioni di profughi ora in Turchia sono lasciati dall’UE nelle mani di Erdogan che li utilizzerà come carne da cannone nello scontro geopolitico con l’Europa.

Vogliamo canali umanitari subito! Vogliamo l’apertura del confine tra Grecia e Turchia!

Rivendichiamo la libertà di movimento: le persone che si trovano nelle isole del Mar Egeo devono essere immediatamente evacuate e portate sulla terraferma, e in deroga al regolamento di Dublino, ricollocate negli altri Paesi nei quali deve essere garantita un’accoglienza dignitosa e il diritto d’asilo.

Evacuazione immediata da tutta la Grecia e dalla Turchia!
Canali umanitari subito!
Libertà di movimento per tutte e tutti!
Stop accordo UE-Turchia!

Al fianco delle persone in cammino

Centri sociali del NordEst
Campagna Lesvos Calling

#Lesvoscalling

Una campagna solidale per la libertà di movimento
Dopo il viaggio conoscitivo a ottobre 2019 a Lesvos e sulla Balkan route, per documentare e raccontare la drammatica situazione sull'isola hotspot greca e conoscere attivisti/e e volontari/e che si adoperano a sostegno delle persone migranti, è iniziata una campagna solidale lungo la rotta balcanica e le "isole confino" del mar Egeo.
Questa pagina raccoglie tutti gli articoli e il testo di promozione della campagna.
Contatti: [email protected]