Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

L’Europa ci ricasca: 663 milioni ad Erdogan

Il Commissario Stylianides rivendica un accordo fallimentare ed in contrasto coi diritti umani

Photo credit: Andrea Panico

Non sono bastati 6 miliardi di euro in tre anni.
Non sono bastate le prove tangibili di un’accoglienza fallimentare diventata fin da subito sfruttamento lavorativo 1.

Non è neanche bastato dare dei soldi ad uno Stato con una normativa che considera rifugiati soltanto gli europei sfollati prima del 1951 (non avendo ratificato il Protocollo di New York).

In Turchia i profughi non sono protetti, la legislazione in materia è completamente nulla, la “Law on Foreigners and International Protection2 è un apposito impedimento all’ingresso nel mondo del lavoro regolare.

Non è bastato firmare un accordo con un Governo considerato erroneamente “Paese Terzo Sicuro”, andando di fatto contro a decennali principi della stessa UE.

E non è bastato neanche, all’indomani dell’ultima tranche di pagamento, assistere alle espulsioni collettive di siriani dal territorio turco 3.

E neanche il discorso minaccioso in stile hitleriano del Presidente Erdogan, per giustificare il massacro dei curdi: “Hey, Europa, svegliati. Lo dico di nuovo: se provate a presentare la nostra operazione come un’invasione, sarà semplice: apriremo le porte e vi manderemo 3,6 milioni di migranti”.

Reportage
Reportage

Agli Stati membri non è bastato riempire di armi il sultano negli anni, renderlo il secondo Stato più armato della NATO. Non è bastato vendere aerei militari, navi da guerra, bombe, razzi, agenti per la guerra chimica. 4 5

Nel tempo l’accordo è stato orgogliosamente rivendicato da alti esponenti dell’Unione, nonostante le condizioni disumane in cui versano i profughi siriani in Turchia. In primis i bambini 6.

Il Presidente Juncker affermava: “abbiamo ridotto del 97% gli arrivi irregolari nel Mediterraneo orientale grazie all’accordo con la Turchia. E quest’estate siamo riusciti a controllare meglio la rotta del Mediterraneo centrale: ad agosto gli arrivi sono scesi dell’81% rispetto allo stesso mese dello scorso anno.” 7

Di fatto, rivendicava il “baratto”: 3,2 milioni di siriani per 6 miliardi. Ed il rimpatrio dei profughi presenti in Grecia, potenziali rifugiati politici (e quindi aventi diritto ad accedere alla Commissione per la valutazione del proprio status).
No, non è bastato.

Il 31 ottobre 2019, la Commissione Europea annuncia lo stanziamento di 663 milioni di euro per Erdogan 8per continuare i grandi progetti nell’ambito del Fondo UE per i rifugiati in Turchia.”

Ovvero: dare seguito all’accordo UE-Turchia, fallimentare e non rispettoso dei diritti umani. E definito da Amnesty International “una vergognosa macchia sulla coscienza collettiva dell’Europa”.
vlcsnap-2018-10-11-11h54m45s169_edited_edited-73469.jpg
Nel comunicato della Commissione Europea vengono citati progetti nei settori dell’istruzione e dei servizi assistenziali: i soldi precedentemente versati, anche e soprattutto per scuola e sanità, sono stati inghiottiti dal Governo turco per fronteggiare altre spese. E ciò è dimostrato da due cose:

– i bambini siriani non vanno a scuola ma lavorano in industrie oppure in agricoltura. Non posso accedere al sistema scolastico perché legati agli spostamenti dettati dal raccolto: 380.000 fanciulli siriani disertano i banchi di scuola. (“Tra le quattro mura di un garage riorganizzato a centro di produzione tessile, ci sono trenta persone di cui 15 bambini provenienti tutti da Aleppo e tutti al di sotto dei 14 anni. 75 lire turche alla settimana per coloro che tagliano e cuciono, 300 lire turche per i siriani adulti dietro le macchine da cucire. 36 Dalle otto del mattino alle otto di sera. Cinque, a volte sei giorni a settimana. È poco denaro, pochissimo, ma è necessario alle famiglie che sopravvivono fuori dai campi senza l’aiuto del governo.”)

– l’accesso alle cure sanitarie è fortemente limitato per i profughi siriani, il sistema delle ID cards non ha funzionato, come raccontato nell’inchiesta “Io non ho sogni – L’accesso alla sanità per i rifugiati siriani in Turchia” pubblicata su Melting Pot Europa.

Perché allora ostinarsi a finanziare il Governo turco che non ha investito realmente i soldi come avrebbe dovuto?

Stridenti e poco veritiere le parole del Commissario per gli aiuti umanitari, Christos Stylianides:
Il sostegno dell’UE ha avuto un impatto reale sui rifugiati ospitati in Turchia. Grazie al sostegno finanziario, circa 1,7 milioni di rifugiati possono soddisfare le loro esigenze di base e più di mezzo milione di rifugiati vanno a scuola. Questi risultati parlano da soli. Vorrei ringraziare i nostri partner umanitari sul campo per aver reso l’acquirente in Turchia una storia di successo. L’UE è impegnata a continuare a rispettare i propri impegni in linea con la dichiarazione UE-Turchia.”

E’ una bugia: l’accordo UE-Turchia non ha funzionato. Ha distrutto i sogni di intere generazioni di bambini siriani. Ha reso in schiavitù un popolo intero.

Le parole di Stylianides vogliono dire due cose: “continueremo a dare soldi ad Erdogan anche se ci minaccia, se massacra i curdi, espelle i siriani ed utilizza i soldi per i finanziamenti per i propri scopi politici e per il proprio partito AKP.”

Seconda cosa: “quando il sultano alza la voce, noi ci prostriamo e sganciamo soldi”.

L’Europa continua ad essere vittima della Sindrome di Stoccolma: dare a chi ricatta.

  1. Io non ho sogni – Il lavoro sommerso e lo sfruttamento dei rifugiati in Turchia
  2. “Law on Foreigners and International Protection”, quarta sezione “Other Provisions on Temporary Protection and International Protection, Temporary protection”, art.91”
  3. Turchia – La caccia di Erdogan ai richiedenti asilo e ai rifugiati presenti nel paese
  4. Yemen: bombardamenti “made in France”
  5. Yemen: la Germania complice del massacro
  6. https://www.meltingpot.org/Io-non-ho-sogni-Il-lavoro-sommerso-e-lo-sfruttamento-dei.html
  7. PRESIDENTE JEAN-CLAUDE JUNCKER, Discorso sullo stato dell’Unione, 2017
  8. https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/it/IP_19_6082?fbclid=IwAR0CZcIp8D_1RisD5XbhT7wKpgtcLdV2QyH0CYvEn_kRCYSY9Z3-028BKyA

Pietro Giovanni Panico

Consulente legale specializzato in protezione internazionale ed expert prevenzione sfruttamento lavorativo. Freelance con inchieste sui MSNA, rotte migratorie, accordi illegittimi tra Paesi europei ed extra UE e traffici di armi.
Nel 2022 ho vinto il "Premio giornalistico nazionale Marco Toresini" con l'inchiesta "La guerra dei portuali genovesi contro le armi saudite".