Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

da Il Corriere della Sera del 28 marzo 2004

Roma – Consiglieri extracomunitari, oggi si vota per la pace di G. Barbiellini Amidei

Quei quattro consiglieri comunali in più che da lunedì avrà il Campidoglio sono una novità intelligente. È una scelta intelligente cooptare nell’amministrazione della città gli stranieri. Nella stagione del fondamentalismo terrorista e delle temute omertà contigue non c’è strada migliore della metabolizzazione civile. Consente di raggiungere una soglia di sicurezza per la convivenza interetnica e interreligiosa. Se sono 120 mila gli extracomunitari regolari in età di voto, non possono essere considerati pochi i 33 mila che si sono iscritti nelle liste elettorali. Aggiungete altri 150 mila clandestini che prima o poi saranno inseriti nella legalità. Dare spazio a queste voci è interesse generale, corresponsabilizzarli è una strategia di normalità. La dinamica democratica offre una quotidianità di occasioni per conoscersi e muoversi verso soluzioni capaci di eliminare reciproche intolleranze. Roma, la capitale che ha avuto grandi imperatori con la pelle nera e papi dai cento accenti, non scopre nulla di nuovo ponendo accanto ai suoi rappresentanti nel Comune persone elette dalla corposa minoranza extracomunitaria. Eppure il difficile momento carica di importanza l’episodio, che può essere letto come un modello pedagogico. La paura dopo l’11 settembre e l’11 marzo non va esorcizzata, le va sottratta la minaccia che la rende quasi ovvia. Va eliminata la sindrome da esclusione che alimenta ogni fiancheggiamento del fondamentalismo criminale.

L’iniziativa romana potrebbe apparire un piccolo passo rispetto alla vera questione che è quella della cittadinanza. I nuovi consiglieri aggiunti non avranno diritto al voto, la loro presenza sarà solo di esternazione e di stimolo. Ma è una fase intermedia, che sarebbe possibile superare anche subito, se tutti i partiti concordassero nell’idea di passare presto alla fase 2, trasformando i nuovi eletti in consiglieri a pieno titolo. Il 75% degli italiani è favorevole alla concessione del voto amministrativo pieno. C’è una logica: i loro figli vanno a scuola con i nostri, i loro malati si fanno curare alle stesse Asl, pagano o dovrebbero pagare le tasse, hanno o dovrebbero avere una casa dentro lo stesso perimetro urbano.
C’è gente, anche nelle nostre moschee, che si sente tanto lontana dal nostro mondo da pregare per i terroristi.
È urgente disinnescare ogni motivo di astio o di disagio che li aiuta a pensare la negatività come positività e ad arrendersi al richiamo dell’odio. Da parte della città trattarli da cittadini, tutti, purché rispettino la legge, non è soltanto giusto, è utile. I loro figli non devono crescere in una posizione anagraficamente svantaggiata, la diversità può resistere nelle radici, non nelle prospettive per il futuro di studio e di lavoro. Anche di questi temi si occuperanno insieme vecchi e nuovi consiglieri in Campidoglio.