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tratto dal sito di http://estrecho.indymedia.org/

Sette immigrati approfittano di un “buco” nella recinzione di Melilla per varcare il confine con la Spagna

L'altezza della recinzione a quel punto non supera un metro e mezzo

Il Governo ha annunciato che tutto il perimetro ha già 6 metri in tutta Melilla

Melilla – Sette immigrati africani subsahariani sono riusciti questa mattina presto ad accedere a
territorio spagnolo in un nuovo tentativo d’assalto del perimetro di frontiera che separa Melilla dal Marocco, hanno informato fonti della Delegazione di Governo.
Secondo le citate fonti, circa una dozzina di immigrati hanno cercato di raggiungere Melilla dal Marocco, ma ci sono riusciti solo in sette, dato che il restante è stato respinto dagli agenti della Guardia Civile che vigilano la frontiera.
Gli immigrati che sono riusciti ad arrivare alla città si sono diretti al Commissariato di Polizia, dove, come da prassi, hanno ricevuto i dovuti ordini d’espulsione e sono stati inviati al Centro di Soggiorno Temporale di Immigrati (CETI).
L’ingresso si è localizzato in una zona vicina alla frontiera di Beni Enzar dove la recinzione è alta 1,5 metri, dato che quel punto è traversato da un ruscello.
Secondo le fonti della Delegazione, è previsto che in questa parte del perimetro la recinzione sia di un’altezza superiore. Questo dato contrasta con la dichiarazione fatta dalla Delegazione a fine novembre scorso, quando ha annunciato che tutto il perimetro della recinzione di Melilla era già stato aumentato di tre fino a sei metri.
In quanto alla terza recinzione annunciata dal Governo il 4 ottobre scorso, la quale dovrebbe essere pronta a metà del 2006, non ci sono ancora notizie. Uno spiegamento di soldati marocchini si è appostato nei terreni sopra i quali dovrebbe estendersi la recinzione ed è ancora lì.
Quello di questa mattina non è il primo tentativo di varcare il confine accaduto negli ultimi giorni, dato che il 20 dicembre se ne è verificato uno simile.
Dalla Delegazione di Governo si dichiara che, nonostante ciò, la situazione rientra nella norma.
Il Governo spagnolo ha ordinato lo scorso 14 di dicembre il ritiro dello spiegamento militare stabilitosi a fine settembre nei perimetri di frontiera di Ceuta e Melilla per evitare l’ingresso illegale d’immigrati dopo le valanghe che hanno interessato i confini di entrambe le città.

Quasi il 60% degli spagnoli ritiene che ci siano ‘troppi’ immigrati

Madrid – Il 59,6% degli spagnoli ritiene che ci siano “troppi” immigrati, secondo il barometro del CIS elaborato a novembre, il quale rivela anche che secondo il 40% dei cittadini l’immigrazione è il principale problema del paese.
Secondo il 84,7% degli intervistati, l’ingresso in Spagna dovrebbe essere permesso “solo ad immigrati in possesso di un contratto di lavoro”, mentre che il 6,8% permetterebbe l’ingresso di lavoratori immigrati “senza porre ostacoli legali” e il 6% vieterebbe l’ingresso senza eccezioni a tutti i lavoratori stranieri.
La qualità più gettonata dagli spagnoli per l’accettazione di un immigrato è che abbia “una qualifica lavorativa di cui la Spagna ha bisogno”, seguita da un “buon livello d’istruzione” e che parli “lo spagnolo oppure la lingua ufficiale della comunità autonoma” dove si stabilisce.
Inoltre, il 79,1% degli intervistati ritiene che se un immigrato commette un reato grave “dovrebbe essere espulso” dalla Spagna, una cifra che scende al 50,1% nel caso in cui si commetta “qualsiasi tipo di reato”. D’altra parte, il 53,6% crede che l’immigrato rimasto disoccupato “per molto tempo” dovrebbe essere espulso dalla Spagna.
Il 65,5% degli spagnoli dice di avere avuto qualche rapporto con degli immigrati, essendo quelli di lavoro (61,4%), amicizia (55,3%) e vicinato (47,7%) i più comuni.
In tema di agevolazioni e diritti, la maggioranza degli intervistati è favorevole a riconoscerli, come l’acceso all’istruzione pubblica (92,5%), l’uguaglianza dei diritti lavorativi (86,4%), l’assistenza sanitaria gratuita (81,3%), la pratica della loro religione (81,2%) ed il ricongiungimento familiare (73%).
Il terrorismo passa a un terzo piano. Solo la disoccupazione preoccupa un maggiore numero di spagnoli (54,1%) che l’immigrazione.
Il terrorismo rimane, per il secondo mese consecutivo, al terzo posto delle principali preoccupazioni cittadine, con una cifra pari al 25,3% degli intervistati, secondo l’ultimo studio del Centro de Investigaciones Sociológicas (CIS) dato a conoscere.
L’abitazione, col 21,5% delle risposte, è il quarto problema più importante della Spagna a parere degli intervistati.
Ciò nonostante, quando non si chiede sui problemi del paese ma bensì su quelli degli intervistati stessi, la disoccupazione continua ad essere il problema principale (28,5%), seguito dai problemi economici (22,4%), la casa (20,3%), l’insicurezza cittadina (17,2%) e, al quinto posto, l’immigrazione (13,3%).
La situazione politica attuale è percepita come “buona” o “molto buona” dal 16,1%
degli spagnoli, e coloro che la vedono come “brutta” o “molto brutta” sono pari al 33,5%,
percentuali simili a quelli del barometro precedente del mese d’ottobre.