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da Il Gazzettino del 15 ottobre 2003

A Bologna il 95% non vuol affittare a extracomunitari

È Bologna la città dove i proprietari di casa sono più contrari all’affitto agli immigrati; i più propensi ad ospitare extracomunitari sono invece i proprietari di Torino e di Bari. È quanto emerge da un’indagine, condotta prima dell’estate, presentata dall’ Associazione piccoli proprietari di case (Appc) che ha rilevato che il 57% degli affittuari di cinque città del Nord Italia e di sette del centro-sud non affitterebbero a extracomunitari.Per l’indagine è stato preso in considerazione un campione di diecimila proprietari di case date in affitto a terzi (su un totale di circa 60 mila iscritti all’associazione) di Torino, Genova, Milano, Venezia, Bologna, Firenze, Perugia, Roma, Napoli, Bari, Cagliari e Palermo. Nel capoluogo emiliano, dove è massiccia la presenza di extra-comunitari, il 95% degli intervistati ha detto no all’affitto agli stranieri. A Perugia si è detto contrario il 70% dei proprietari di case, a Firenze il 62%, a Milano il 60% e a Napoli il 55%.

A Venezia contrari e favorevoli si equilibrano (50% sì, 50% no), mentre a Palermo i sì sono il 20%, i no il 20%, ma ben il 60% si rifiuta di rispondere.

Tra le città più disponibili ad affittare a immigrati, è in testa Torino con il 56% di favorevoli. Segue Bari con il 54%, Genova con il 52%, Roma con il 51%, Cagliari con il 20%.

Non c’è quindi una omogeneità Nord-Sud sulla questione se affittare o no a extra-comunitari, mentre risposte assai più uniformi sono quelle date da quasi tutti i proprietari di case sul fatto che la liberalizzazione del mercato degli affitti, dopo l’abolizione dell’equo-canone con la legge 431 del 1998, ha portato ad un miglioramento dei rapporti tra proprietario ed inquilino e ad un sensibile riduzione del mercato nero degli affitti.

Resta invece, secondo l’ associazione, il problema della morosità degli affittuari che ha toccato in media, secondo l’indagine, 4 proprietari su 10 con un danno economico superiore ai cinquemila euro dato dalle alte spese legali per lo sfratto e dalle lungaggini burocratiche che non consentono di liberarsi di un affittuario moroso prima di un anno.

L’80% degli intervistati ritiene comunque che l’investimento sul mattone rimanga ancora il più conveniente, anche se il 90% ritiene lo Stato colpevole del fatto in Italia la tassazione sulla casa sia tra le più alte d’Europa.