Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

Interrogazione parlamentare sui fatti di Arzignano (VI)

Per sapere, premesso che:

– la cittadina di Arzignano, che raccoglie circa 500 unità produttive e ottantamila addetti per la lavorazione della pelle, è da tempo polo di attrazione per gli immigrati per la possibilità di inserirsi a livello lavorativo; su una popolazione residente di 24.164 abitanti si registra una presenza di circa 3.282 stranieri, pari al 13.5%; negli ultimi 12 anni sono state concesse 140 cittadinanze ad immigrati e dal 1999 ognuna è firmata dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi;
– secondo quanto riportato da fonti di stampa (Il giornale di Vicenza del 10/10/2003 e Il Gazzettino del 10/10/2003) il Sindaco di Arzignano Gianfranco Signorin e l’assessore all’immigrazione Paolo Cassan hanno indirizzato una lettera al Presidente della Repubblica denunciando episodi, verificatesi negli ultimi mesi e mai accaduti prima, che riguardano il rifiuto della cittadinanza a cittadini stranieri e che non seguono né uno schema temporale né uno geografico o di nazionalità: l’unico denominatore comune, è quella di portare tutti la firma del Sottosegretario agli Interni Maurizio Balocchi;
– l’assessore Cassan dichiara a il Il giornale di Vicenza che le domande sono prodotte nel rispetto delle normative e il rifiuto non è giustificato da motivazioni tecniche, ma ci si richiama a valutazioni di opportunità, ad una sorta di tutela dell’interesse pubblico e, nello stesso quotidiano, cita l’ambigua motivazione a supporto del rifiuto: “l’introduzione a titolo stabile di un soggetto nell’ordinamento nazionale non procuri allo stesso danni o lacerazioni”;

se non ritenga il Ministro che la motivazione addotta per rifiutare la cittadinanza sia di carattere strettamente politico e non tecnico e quindi inaccettabile a fronte di istanze compilate correttamente e nel rispetto delle normative;

se non ritenga doveroso intervenire e predisporre opportune verifiche per fare luce su quanto sta accadendo che lede di fatto il diritto di immigrati lavoratori che hanno i requisiti necessari di avere la cittadinanza italiana ;

se non ritenga che la situazione in oggetto configuri un non rispetto della Legge 91 del 5 febbraio 1992 e del DPR 362 del 18 aprile 1994.