La storia del tragico naufragio avvenuto nella notte di Natale del 1996 nelle acque del Canale di Sicilia, nel corso del quale morirono 283 migranti tamil, pakistani e indiani, arriva a Milano, allo spazio Lima grazie a «Solid Sea 01: the Ghost Ship».
Si tratta di un’installazione video in due ambienti prodotta dal collettivo Multiplicity in occasione di Documenta XI a Kassel che racconta come, nonostante le denunce dei sopravissuti e il ritrovamento nelle reti dei pescatori di resti di cadaveri, per cinque lunghissimi anni le autorità italiane e degli altri Paesi coinvolti nel naufragio negarono quella che è stata la più grande tragedia marina nel Mediterraneo dal dopoguerra a oggi.
Le prove del naufragio vennero inconfutabilmente alla luce solo grazie all’inchiesta del giornalista Giovanni Maria Bellu, che, insieme a un pescatore di Portopalo, scoprì e riprese il relitto, con una videocamera subacquea, a 19 miglia dalla costa siciliana. Oggi, dopo 7 anni, i responsabili della strage restano impuniti e i corpi di 283 uomini giacciono ancora sul fondo del Mediterraneo senza identità, perché i governi dei Paesi coinvolti si sono rifiutati di recuperarli e identificarli.