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Quote immigrati: la solita farsa, occasione per operazioni truffaldine

Comunicato stampa degli Sportelli Invisibili del nord est e Razzismo Stop Padova

Il decreto flussi che fissa le quote per l’entrata in Italia di lavoratori stranieri porta con sé meccanismi che si basano sull’ipocrisia e che danno la possibilità, a chi vuole lucrare, di avere gioco facile.

Alcune considerazioni:
– I lavoratori immigrati che devono essere assunti, e che per legge dovrebbero trovarsi al loro paese, in realtà li vediamo in coda, giorno e notte, per presentare la domanda prima che le quote si esauriscano. Si tratta di persone che stanno già lavorando, ovviamente in nero.
– la chiamata nominativa di un lavoratore per l’assunzione “dall’estero”, è l’unico modo per regolarizzarsi. Non esistono altre procedure che possano permettere ad un lavoratore immigrato di entrare in Italia regolarmente ne per ricerca lavoro ne per essere assunto legalmente.
– Le quote fissate sono irrisorie e non soddisfano la domanda del mercato. Chi è tra i primi a presentare la domanda ha la speranza di vedere un esito positivo della pratica.
– Questo crea una situazione di gara disperata tra chi arriva prima, lasciando lo spazio aperto per operazioni di speculazione.

È proprio questa la situazione che si è verificata alla DPL di Padova e su cui chiediamo venga fatta chiarezza. Una situazione di “clientelismo” nella gestione delle code (a partire da sabato 24 gennaio) che ha visto attori principali agenzie di lavoro e Acli.

Chiediamo di fare luce sui seguenti episodi:

1) Il decreto è stato pubblicato sulla G.U. alle ore 22 di venerdì 23 gennaio, di conseguenza la notizia si è saputa il giorno dopo, con gli uffici del lavoro chiusi.
Ci risulta che circa 80 domande fossero già state presentate e protocollate nel pomeriggio del 23 gennaio quando la G.U. non era ancora uscita. Come è stato possibile questo?

2) quanto si fanno pagare le associazioni/agenzie per “piazzare” le domande tra le prime della lista?

3) alcune DPL di altre città hanno scelto di accettare le domande SOLO se spedite tramite raccomandata, evitando così le lunghe code a cui assistiamo ormai ogni anno. Perché a Padova questo non è possibile?

Padova, 26 gennaio 2004

Sportelli degli Invisibili
Associazione Razzismo Stop – Padova