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da La Tribuna di Treviso del 21 novembre 2003

Regolarizzazioni, la carica dei diecimila

Treviso sarà tra le prime province del Veneto a completare la regolarizzazione di immigrati clandestini, attuata dalla nuova legge sull’immigrazione Bossi-Fini (approvata nel luglio 2002). A distanza di un anno e tre mesi dal termine per la presentazione delle domande di regolarizzazione, la Prefettura, che coordina direzione provinciale del lavoro (addetta a verificare l’esistenza del contratto di lavoro), questura (concede il permesso di soggiorno) e agenzia delle entrate (assegna il codice fiscale), conclude l’esame di tutte le pratiche. I vari enti hanno costituito lo Sportello polifunzionale per l’immigrazione (aperto in via Cal di Breda a Sant’Artemio), svolgendo ciascuno un compito definito nel procedimento di regolarizzazione che richiede l’esistenza di un contratto di lavoro e la garanzia di un datore di lavoro. Delle 11.789 domande presentate, sono già stati concessi i permessi di soggiorno a 10.200 immigrati. Negli ultimi mesi erano rimaste sospese 500 pratiche sulle quali si è reso necessario un accertamento da parte della direzione provinciale del lavoro. «Sono state sbloccate proprio in questi giorni – annuncia Sabina Madaro funzionario della prefettura- nel giro di un mese pensiamo quindi di concludere tutte le pratiche rimaste sospese. Cominciamo in questi giorni a fare le convocazioni». Complessivamente della regolarizzazione a Treviso ha determinato relativamente pochi casi di rigetto. In attesa della statistica definitiva, se ne stimano tra i 200 e i 300.

Si tratta di immigrati che non hanno potuto ottenere il permesso di soggiorno perché avevano precedenti penali o decreti di espulsione. Sono stati invece risolti con decreti di archiviazione e concessione di un permesso di soggiorno provvisorio semestrale tutti i casi di immigrati, soprattutto badanti, che hanno perso il datore di lavoro a causa di decesso. Per 985 non c’è stata risposta alla convocazione. Si avvicina quindi alla conclusione la quinta sanatoria, concessa dal 1986. A Treviso ha prodotto 11.789 domande, il 64,5% sono state per lavoro subordinato e il 35,5% per lavoro domestico. Considerando il rapporto con le posizioni provinciali Inps esistenti a Treviso si sono registrate quattro domande di regolarizzazione per lavoratori domestici ogni lavoratore domestico regolare. La Bossi-Fini ha previsto la possibilità di regolarizzare tutte le bandanti e le colf clandestine che lavoravano in Italia da almeno tre mesi prima dell’entrata in vigore della riforma.

La dichiarazione di emersione doveva essere compilata dal datore di lavoro che è impegnato a stipulare con il lavoratore il contratto di soggiorno che in caso delle colf e badanti è valido un anno. Per dipendenti di aziende, invece, è valido due anni. Con la nuova legge Bossi-Fini il permesso di soggiorno è strettamente legato al contratto di lavoro. Inoltre la questura richiede le impronte digitali degli immigrati che si presentano per ottenere il permesso di soggiorno o il rinnovo.