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da Il Gazzettino on-line del 15 marzo 2004

Pordenone – Apre la «casa» della solidarietà di Stefania Del Zotto

Un tavolo di coperte a simboleggiare il calore e un coro africano come espressione della diversità. È cominciata così l’inaugurazione della Casa del lavoratore San Giuseppe che, ieri, ha raccolto a Vallenoncello un foltissimo gruppo di persone. Stranieri ma anche tanti pordenonesi per il taglio del nastro – un filo con incisi i colori della pace – che ha aperto le porte di un edificio con «una storia di generosità cresciuta negli anni».<7br>
Sono queste le parole con cui il vescovo Ovidio Poletto ha commentato la ristrutturazione dell’edificio che per anni ha ospitato le attività di recupero dalla tossicodipendenza del Cedis e che dal luglio 2003 l’Opera diocesana assistenza ha affidato alla Caritas. «Un luogo – ha continuato monsignor Paletto – che porta il nome di un uomo che ha affrontato ripetutamente il problema della casa e per il quale più del verbo parlare contava il verbo fare». Questo è, infatti, l’obiettivo di chi ha realizzato il progetto: una casa che ospiterà lavoratori italiani e stranieri che pur avendo da tempo un lavoro regolare non hanno ancora un alloggio definitivo per sé e per la propria famiglia.
«L’idea è partita dalla nostra esperienza nell’attività di inserimento abitativo – ha spiegato Stefano Franzin, responsabile della onlus Nuovi Vicini che gestisce il progetto – Ci siamo resi conto che il passaggio dall’arrivo all’insediamento definitivo è molto lungo e in molti casi rischia di creare una condizione di precarietà». «La casa di San Giuseppe – ha continuato – diventa così un anello importante nella fase di seconda accoglienza, favorendo l’insediamento definitivo». Aprirà dopo Pasqua e attraverso l’onlus Nuovi Vicini e i centri d’ascolto Caritas darà ospitalità a 14 persone in cambio di un minimo rimborso spese che come ha precisato lo stesso Franzin «non coprirà comunque i costi».

«Dobbiamo ringraziare le istituzione per il loro sostegno – ha sottolineato don Livio Corazza della Caritas – Grazie ai contributi del Comune di Pordenone e della Provincia, che ci hanno dato rispettivamente 15 mila e 20 mila euro, abbiamo ristrutturato la prima parte. Con gli 80 mila euro della Regione completeremo il tutto». Attualmente sono pronte le camere e la mensa, ma mancano alcuni lavori quali le stanze della lavanderia e della stireria, un porticato per il ritrovo e la finitura delle stanze del piano terra. Soddisfazione espressa anche da parte delle autorità. L’Assessore regionale all’Immigrazione Roberto Antonaz ha commentato la presenza di una folla numerosa che «rappresenta una sorta di microcosmo di quello che vorremmo fosse il mondo futuro fondato sull’accoglienza».
Per il Presidente della Provincia Elio De Anna, che ha ricordato l’esperienza di emigranti della propria famiglia «rappresenta un’utile sperimentazione nell’ambito del lavoro, sostenuta e soprattutto condivisa dall’Amministrazione provinciale». Cita dei numeri – novemila presenze di residenti stranieri nel Friuli Occidentale – l’assessore alle Politiche Sociali del Comune di Pordenone Gianni Zanolin, il quale ha parlato della «necessità di costruire dei legami».