Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

da L'Arena di Verona dell'8 aprile 2004

Emergenza casa, 527 alloggi sfitti di Enrico Sarto

Sono 527 le case sfitte, quelle cioè non diroccate e nemmeno rientranti nella categoria delle seconde case e non abitate da nessuno, nel territorio comunale. Inoltre, sono previsti circa settecento nuovi appartamenti. Tuttavia, il fabbisogno di alloggi popolari, accessibili alle famiglie con redditi medio bassi, è di cinquecento abitazioni. Tale richiesta viene da famiglie monoreddito e di immigrati. Nonostante l’apparente disponibilità, quindi, il problema della casa resta drammaticamente insoddisfatto. È questo il dato più significativo emerso dalla prima riunione del tavolo di confronto e di intervento sull’emergenza abitativa a Villafranca svoltosi martedì in sala consiliare. All’incontro coordinato dall’assessore alle Politiche sociali Nicola Terilli, hanno partecipato il vicesindaco Lucio Cordioli, rappresentanti delle diverse forze politiche, i sindacati, gli imprenditori, le organizzazioni che rappresentano gli inquilini e i proprietari, alcune associazioni di volontariato e la comunità Emmaus che già opera concretamente sul territorio tramite la cooperativa Sos-casa.
L’istituzione di questo organismo era stata sollecitata, con una lettera al sindaco Maurizio Facincani, dal responsabile della comunità Emmaus, Renzo Fior. Obiettivo del gruppo di lavoro è soddisfare le esigenze più impellenti e tentare un calmieramento dei prezzi di mercato.

Un altro dato significativo è quello sulle richieste di alloggi popolari negli ultimi anni. Una domanda crescente che trova risposte insufficienti. «Si è passati dalle 115 richieste del 1999 alle 191 del 2003. Le assegnazioni sono state quattro nel 2001 a fronte di 153 domande, di cui 50 fatte da stranieri, 18 nel 2002, a fronte di 174 richieste di cui 49 di stranieri, e nove nel 2003, quando le richieste presentate da immigrati erano state 55 su 191», ha informato l’assessore Terilli. «Quindi», ha ricordato, «non sono solo gli extracomunitari che faticano a trovare casa, spesso per la diffidenza dei proprietari, ma, sempre di più anche le famiglie italiane in cui entra un solo stipendio».
Gli appartamenti pubblici, attualmente tutti occupati, sono 249 (64 di proprietà comunale, 33 dell’Agec e 152 dell’Ater che possiede altri 12 alloggi, la metà in fase di ristrutturazione e gli altri sei messi in vendita). Sono 30 le famiglie di immigrati che usufruiscono di questi alloggi, 24 delle quali vivono nelle case Ater di via Sommacampagna. Gli stranieri residenti nel Comune di Villafranca, registrati fino al 31 dicembre scorso, sono 1.397, perlopiù di nazionalità marocchina, rumena, ganese e nigeriana. «I problemi più grossi che incontrano gli stranieri sono di tipo culturale perché spesso c’è una scarsa fiducia nei loro confronti», ha sottolineato Terilli. «Ma quelli economici sono ostacoli che riguardano tutti, stranieri e no: a Villafranca gli affitti mediamente oscillano fra i 400 e i 500 euro e le agenzie spesso chiedono anticipi di tre mensilità.

Gli sfratti esecutivi per morosità sono in crescita esponenziale. Molte famiglie costrette a lasciare la casa dove abitavano e dove pagavano un affitto popolare, non trovano un nuovo alloggio per i prezzi alti. In definitiva se il Comune dovesse intraprendere un “piano Marshall” per costruire case popolari, servirebbe un intervento immediato per 500 abitazioni, ma da soli non ce la possiamo fare, anche per la riduzione dei trasferimenti statali agli enti locali».

Fortunato Serpelloni, presidente dell’Associazione imprenditori villafranchesi, ha assicurato la disponibilità del mondo imprenditoriale: «Se c’è il terreno disponibile siamo pronti a partire». Attraverso Aiv-casa, cooperativa nata per agevolare le esigenze dei lavoratori, finora sono stati costruiti 24 appartamenti a Mozzecane e altri sono in costruzione.

La cooperativa Sos-casa, legata al movimento Emmaus, ha realizzato, dal 1990, 19 abitazioni, tre delle quali in provincia di Prato. «Se c’è un’emergenza sociale», ha esclamato Renzo Fior, responsabile della comunità, «ci vogliono iniziative eccezionali, quindi dalle parole bisogna passare ai fatti. Balza all’occhio, però, la sproporzione fra quanto abbiamo fatto noi col volontariato, 19 case in dieci anni, e ciò che il Comune con tutte le sue strutture ha saputo fare: 32 alloggi in cinque anni. La formica si è dimostrata più efficiente dell’elefante».