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da L'Unità del 27 luglio 2004

“Cap”, cala il sipario della vergogna di Maristella Iervasi

Espulsi in Ghana gli ultimi 6 della nave umanitaria. Fino all'ultimo hanno detto: siamo del Sudan

Roma – “Deportati” ad Accra anche gli ultimi sei naufraghi salvati dalla nave tedesca “Cap Anamur”. Dodici poliziotti ieri hanno legato i polsi dei migranti con delle fascette di plastica e li hanno scortati dal Cpt di ponte Galeria, alle porte di Roma, fin dentro il volo Alitalia per Milano-Malpensa da dove sono poi stati “spediti” alle 15.30 per la capitale del Ghana. Domenica l’avvocato Simona Sinopoli li era andati a trovare e tutte e sei le persone le hanno messo in mano dei foglietti con su scritto: “siamo sudanesi”. Alcuni di loro – riferisce il legale – “mi hanno anche detto che preferivano essere espulsi in Sudan. Loro con il Ghana non c’entrano nulla”. E mentre su tutta questa triste storia si spera faccia presto luce la magistratura e la Corte europea per i diritti umani di Strasburgo, ecco che la Lega parte all’attacco: i clandestini devono sapere che non saranno accolti nel nostro paese. Fermiamo gli sbarchi e respingiamo i clandestini – sottolineano i parlamentari in camicia verde Alessandro Cè e Federico Bricolo. Che attaccano anche i ministri Giuseppe Pisanu (Interno) e Antonio Martino (Difesa): “il nostro paese – precisano i leghisti – è la terza forza militare con migliaia di uomini impegnati in missioni nel mondo e non è in grado di difendere i nostri confini? Dov’è il nostro esercito?”.


Lo spunto la Lega l’ha preso non solo dalla “vicenda vergognosa” del caso “Cap” – come l’ha definita Savino Pezzotta, il segretario della Cisl – ma anche dalle immagini in tv degli sbarchi senza sosta in Sicilia. Il centro di Lampedusa è al collasso: 533 persone su 190 posti letto, e altre 250 persone – tra i quali anche donne e bambini – stanno per sbarcare sull’isola: un’imbarcazione lunga 18 mesi e in balia del mare in tempesta è stata intercettata nel Canale di Sicilia. E solo dopo tentativi infruttuosi sembra sia stata agganciata da una motovedetta della Guardia Costiera. Così ecco che i Bricolo e Cè non ci hanno visto più: “Fermiamoli, non li attendiamo a braccia aperte…i clandestini lo devono sapere. Non vogliamo più nuovi clandestini nel nostro paese. I ministri interessati – compreso Franco Frattini, ndr – devono agire con forza e decisione per prevenire e respingere qualsiasi ingresso illegale sulle nostre coste”.


Per il leader della Cisl Pezzotta è “inaccettabile” che l’Italia sia l’unico paese in Europa ancora privo di una legislazione sul diritto d’asilo. “Proprio perchè l’Italia si colloca in una posizione geografica di frontiera – ha precisato il sindacalista dalla platea del meeting Internazionale sulle migrazioni di Loreto – deve essere più pressante da noi l’attenzione sui temi dell’accoglienza”. E ricorda che il nostro paese non ha ancora ratificato la Convenzione internazionale sulla protezione dei diritti di tutti i lavoratori migranti e delle loro famiglie, entrata in vigore il 1° luglio dello scorso anno.


E sullo stesso tema e le mille magagne della Bossi-Fini è intervenuto anche il Vaticano. “La Carta dell’Onu sui diritti dei lavoratori migranti è il campo di battaglia dove far prevalere i diritti umani e la centralità della persona umana, oppure le regole del mercato”, ha detto dal meeting di Loreto l’arcivescovo Silvano Tomasi, rappresentante permanente della Santa Sede presso la sede Onu di Ginevra. “Recenti proiezioni demografiche – ha spiegato il presule – prevedono che, nei prossimi venti anni, il movimento migratorio globale coinvolgerà 230 milioni di persone. In tale prospettiva, appare urgente una riflessione sul fatto che i maggiori paesi di destinazione dei migranti non figurano tra i firmatari della Convenzione”.