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da La Sicilia del 14 luglio 2004

Il pianto dei profughi: siamo sudanesi di Fabio Russello

Oggi saranno esaminate le domande di asilo. I tre arresti provocano un incidente diplomatico

Agrigento. Il pianto di molti dei 37 immigrati sbarcati lunedì scorso non è bastato ad impedire la notifica dei decreti di trattenimento al Cpt. Questo prevede la legge: per l’Italia gli africani soccorsi nel Canale di Sicilia dalla nave umanitaria tedesca Cap Anamur sono al momento nient’altro che clandestini. Tutti hanno però presentato la domanda di asilo che sarà esaminata dalla commissione per i rifugiati oggi nel Centro di permanenza temporanea di Agrigento. Intanto tra Italia e Germania è in atto un durissimo scontro diplomatico a causa dell’arresto di Elias Bierdler, responsabile dell’organizzazione umanitaria Cap Anamur, e di Stefan Schmidt, il capitano della nave, finito nel carcere di Petrusa insieme con il suo vice.

Polemica tra Italia e Germania.

Il ministro per la cooperazione Heidemarie Wieczorek-Zeul ha chiesto ieri mattina la scarcerazione immediata del presidente dell’associazione umanitaria Cap Anamur, Elias Bierdel. «Non è ammissibile – ha dichiarato il ministro socialdemocratico –che Elias Bierdel debba essere punito perché voleva aiutare persone che si trovavano in grave pericolo». La sua posizione è stata sottoscritta anche dal ministro per l’economia e il lavoro del Nord-Reno-Vestfalia, Harald Schartau, anche lui della Spd. Berlino ha anche incaricato un funzionario dell’ambasciata a Roma di dirigersi verso Agrigento per fornire assistenza consolare ai connazionali. Dalla Germania si è fatta viva anche l’organizzazione umanitaria Cap Anamur, che ha respinto «i tentativi di criminalizzare l’operazione di salvataggio dei 37 profughi sudanesi». L’Ong che ha sede a Colonia ha anche definito «assurda» l’accusa di favoreggiamento all’immigrazione illegale, ha chiesto la restituzione della nave sequestrata e garanzie per i profughi.

I tre uomini dell’equipaggio arrestati

Domani mattina si terrà l’udienza di convalida dell’arresto per il capitano della Cap Anamur, Stephan Schmidt, per responsabile dell’associazione Elias Bierdel e per il primo ufficiale russo Vladimir Dhchkevitch. I tre sono accusati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. La Procura di Agrigento, rappresentata dal pm Caterina Salusti, chiederà la convalida dell’arresto dei tre e a quanto pare non chiederà il processo per direttissima. I legali degli indagati arrestati, il prof. Maurizio Maresca, docente di diritto internazionale nell’Università di Genova, e Salvatore La Rosa Filippini stanno preparando una memoria difensiva: «Il Diritto internazionale – ha spiegato Maresca – supera la Bossi-Fini? Questo diritto impone e consente di salvare naufraghi o gente in pericolo che si trova in mare e permette il passaggio in acque territoriali per portare le persone salvate sulla terra ferma. Come si concilia questo principio con la Bossi-Fini? C’è da considerare anche che la Cap Anamur è una nave in missione umanitaria: cioè per proprio statuto va in giro per i mari a cercare naufraghi o gente in difficoltà. Un gommone con 37 persone a bordo nel Mediterraneo rientra in questa fattispecie?».
Ieri sera il deputato regionale dei Verdi Calogero Micciché si è recato nel carcere di Petrusa per incontrare i tre uomini arrestati. Elias Bierdler è riuscito a dire soltanto «sono arrestato». Miccichè è stato accompagnato da un ispettore di polizia. Il deputato dei Verdi ha raccontato che Bierdel, Schimdt e Dhchkevitch sono rinchiusi in celle separate, ognuno in compagnia di altri detenuti comuni: «Sono delusi e amareggiati non si aspettavano di essere arrestati. Con sé non hanno nulla, ho promesso che farò avere loro biancheria intima, spazzolini da denti, carta e penna».

Gli immigrati rischiano l’espulsione

Stamane la commissione per i rifugiati esaminerà le richieste di asilo politico ed interrogherà gli immigrati. Poi deciderà se recepire o meno le 37 richieste di asilo formulate ieri mattina. Gli africani sbarcati con la Cap Anamur sono stati interrogati ieri anche dalla Polizia alla presenza di un diplomatico sudanese. In questa sede le autorità italiane hanno accertato che tra i 37 non ci sarebbero sudanesi, ma 30 ghanesi, sei nigeriani ed un uomo del Niger.
Alcuni sono scoppiati in lacrime davanti al frate comboniano Cosimo Spadavecchia che insieme al deputato regionale Ds Angelo Capodicasa ha visitato alcuni dei 37 immigrati, molti avevano già il decreto di trattenimento nel Cpt in mano. Il religioso, che è stato sulla nave per alcuni giorni mentre si trovava ferma in acque internazionali, ha però ribadito che «i profughi sono per la maggior parte sudanesi di origine». I due hanno raccontato di scene strazianti al momento della loro visita. Prima è scoppiato in lacrime uno degli africani, poi di seguito un’altra decina. «Tutti – ha detto un giovane immigrato finito al Cpt dopo 22 giorni passati nella stiva della Cap Anamur – ci dicono che non siamo sudanesi. Il mio villaggio è stato distrutto. Io vengo dal Sudan, come posso dimostrarlo?».

Polemiche in Italia

Il ministro dell’Interno, Giuseppe Pisanu, ha reso noto che riferirà in Parlamento «quando la vicenda sarà conclusa in modo da esprimere giudizi seri e responsabili e non parziali ed emotivi».