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Bologna – CPT sotto inchiesta: gli sviluppi

Intervista all’Avv. Simone Sabattini

Domanda: Potresti spiegarci gli ultimi sviluppi?

Risposta: Gli ultimi sviluppi sono legati al fatto che il Pubblico Ministero ha concluso le indagini riguardo tutto l’avvenimento e ha preso delle determinazioni diverse a seconda dei diversi indagati; ha scelto di chiedere l’archiviazione per il carabiniere ed il poliziotto che non sono stati riconosciuti visivamente dai detenuti stranieri. Ha invece deciso di concludere le indagini positivamente e quindi ha avvisato le persone della conclusione delle indagini riguardo quattro poliziotti: l’ispettore che c’era all’interno della struttura e i suoi tre colleghi che invece erano stati riconosciuti dagli allora trattenuti. Ha chiesto invece l’archiviazione per l’operatore della Croce Rossa in quanto ha ritenuto che non avesse partecipato direttamente al pestaggio.

D: Vi ritenete soddisfatti di questo tipo di risposta rispetto alle responsabilità ?

R: Personalmente mi ritengo molto soddisfatto da un lato, meno per quanto riguarda la responsabilità della Croce Rossa.
Stiamo discutendo tra avvocati se fare o meno opposizione rispetto all’archiviazione dell’operatore della Croce Rossa, prestissimo scioglieremo questa riserva perché il racconto degli stranieri metteva in evidenza il ruolo tenuto dal responsabile della Croce Rossa.
In generale sono soddisfatto perché quando il Pubblico Ministero conclude le indagini comunicandolo agli indagati significa che è convinto della loro colpevolezza, tra l’altro è molto raro che la Procura concluda le indagini in tempi così brevi.

D: Come proseguirà dunque l’iter giudiziario?

R: Gli sviluppi saranno una richiesta di rinvio a giudizio per questi quattro e un processo che si terrà senza udienza preliminare nei tempi che decide il tribunale. Prevedo che ciò sarà a breve visto che il fatto è molto grave e coinvolge poliziotti che il Tribunale non intende lasciare in pendenza di processo.
Devo dire che l’accusa è molto fondata anche grazie al fatto che è stato possibile tenere in Italia e far partecipare a degli atti importanti gli stranieri, nonostante la questura abbia più volte espresso parere negativo rispetto al fatto che rimanessero in Italia; il TAR dell’Emilia-Romagna ci ha permesso invece di tenerli qui molto a lungo contrastando una norma della Turco-Napolitano, recepita dalla Bossi-Fini, che prevede che lo straniero venga espulso ugualmente, impedendo la possibilità delle testimonianze.

D: Infatti in seguito al pestaggio alcune delle vittime erano state espulse.

R: Due sono stati espulsi. Per i trattenuti che hanno deciso di partecipare all’inchiesta si è aperta una battaglia giudiziaria molto lunga in seguito alla quale è stato possibile trattenerli in Italia, hanno partecipato ad indagini garantiti davanti al giudice, c’è stato anche un accordo in una prima fase con la Procura della Repubblica che ci ha favorevolmente aiutati e in seguito il tribunale del TAR Emilia-Romagna ha riconosciuto il permesso di soggiorno alternativo per motivi di giustizia.. Quello che invece accade normalmente è che lo straniero viene espulso e la tutela giudiziaria viene meno.

D: E’ possibile a tuo avviso interpretare il proscioglimento di un terzo degli indagati come un’assenza di messa in discussione dell’uso della forza nelle strutture a statuto ibrido come i CPT?

R: Io credo che vada fatto un altro ragionamento. L’accertamento giudiziario è qualcosa di legato a delle responsabilità precise e riconosciute. La garanzia che anche in un’indagine come questa non si venga mai meno a situazioni processuali in cui soltanto chi ha prove molto solide vada a giudizio io la difendo sempre e trovo corretto il modo in cui ha agito la Procura.
C’è poi un problema politico e legislativo che non ha a che fare solo con i pestaggi – perché gli ingressi della Polizia all’interno del CPT sono molti – ma riguarda i tanti disastri che questo istituto senza senso combina. Tra questi c’è il fatto che l’entrata della polizia non è regolamentata, infatti all’operatore della Croce Rossa è lasciata una discrezionalità incontrollata, l’uso della forza diventa una cosa quotidiana con criteri imponderabili. Il problema rappresentato dal CPT è anche il fatto che la forza viene usata come mezzo di coercizione.

D: C’è poi l’indagine relativa alla somministrazione di pesanti barbiturici da parte del personale della Croce Rossa, come procede?

R: Questa indagine è invece in una fase critica. La consulenza tecnica del Pubblico Ministero ha concluso, in modo inaspettato, che gli esami del sangue fatti ai due ragazzi erano inattendibili perché l’Istituto che li ha eseguiti – che centralizza tutti gli esami del sangue con sostanze psicotrope e sedative al loro interno – è inidoneo a fare questo tipo di indagini. Ciò avvolge l’inchiesta nel dubbio che temo porterà il PM ad archiviare l’indagine di cui però sono convinto.