Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

da lasicilia.it del 27 settembre 2004

Gode dell’asilo politico, ma è cieca senza casa e lavoro

Agrigento. Il dramma nel dramma. Asede è una donna etiope di 45 anni, accanto ha sempre sua figlia Anna di 15 anni. Da alcuni giorni la loro «casa» è il viale della Vittoria della città dei templi. Asede però non si rende conto di dove sia perché è una non vedente.

Sbarcata un mese fa a Lampedusa insieme ad altre decine di connazionali disperati è accudita dalla figlia che non le fa mai mancare la propria presenza.
Trattandosi di un’immigrata proveniente dall’Etiopia – nazione dilaniata da un eterno conflitto con la vicina Eritrea – non è stata sistemata all’interno del centro di permanenza temporanea di contrada San Benedetto, in quanto risulta avere diritto ad usufruire dell’asilo politico, un diritto però che non contempla alcun tipo di assistenza.
Libera dunque, ma in realtà libera solo di fare la clochard in una terra che dopo averla accolta in sostanza la ignora.
Ad Asede fino a ieri nessuno ha saputo dare un tetto sotto il quale vivere un’esistenza dignitosa insieme all’inseparabile figlioletta. Entrambe dormono sui freddi mattoni del viale agrigentino, con una stuoia variopinta che le avvolge quando al calare della sera la temperatura scende.

La disabile visiva dipende totalmente da Anna. La ragazza le procura da mangiare, la porta nei gabinetti pubblici, allunga la mano per chiedere ai passanti l’elemosina. Ed è sempre Anna a raccontare il suo sogno che poi è quello della madre: «Vorremmo essere a Milano per cercare qualcuno che operi agli occhi la mia mamma – dice la ragazza con un italiano assai stentato – ma i soldi non ci bastano».
Infatti, ai piedi di mamma Asede c’è un mucchietto con pochi spiccioli, donati da chi all’alba di ieri era intento a recarsi a messa nel vicino santuario di San Calogero. Per le due in queste allucinanti condizioni anche un centro di permanenza temporanea si sarebbe trasformato in un hotel a cinque stelle. E invece sono costrette a fare da diversi giorni la vita dei barboni.
Una vita fatta di stenti, umiliazioni e disagi dettati non solo dall’essere straniero senza punti di riferimento, ma soprattutto dal non poter vedere il mondo che gira intorno. Un mondo con la sua legge sull’immigrazione clandestina che, evidentemente non prevede strutture idonee a dare accoglienza a persone non vedenti o diversamente abili. Un dramma nel dramma dunque, che Asede sta vivendo con straordinaria dignità grazie agli occhi vispi della figlia più matura dei suoi 15 anni. Due donne unite dalla speranza che qualcuno si accorga finalmente di loro.

Francesco Di Mare