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Milano – Rinchiuso nel Cpt anche se ha il permesso di soggiorno

Intervista a Bruno, Associazione Ya Basta

Dal Cpt di via Corelli arriva l’ennesima storia assurda: un cittadino immigrato, che si era recato a Milano per salutare la sorella, viene fermato dalla polizia. Mostra la ricevuta di rinnovo del permesso di soggiorno e, dal controllo, emerge che aveva una pendenza per false generalità. Questo è sufficiente per considerarlo irregolare e rinchiuderlo nel centro di detenzione.
Bruno dell’associazione Ya Basta di Milano sta seguendo la vicenda.

Domanda: Qual è la situazione per quanto riguarda il Cpt di via Corelli?

Risposta: Ovviamente una situazione che sta arrivando ai limiti della tollerabilità dal punto di vista della capienza e delle condizioni, soprattutto con le ultime dichiarazioni del Ministro Pisanu che ha espresso chiaramente il desiderio di aprire un Cpt per ogni provincia. Intanto le retate sono all’ordine del giorno.

D: La logica dei Cpt è assurda non solo perché priva della libertà persone che non hanno commesso alcun reato, ma anche perché si stanno verificando sempre più casi in cui, al loro interno, vengono condotti immigrati in regola con i documenti. È quello che è successo a Milano.

R: Già il senso… Il principio del centro di detenzione è aberrante, assolutamente anticostituzionale dal punto di vista etico e morale; in più si creano delle situazioni incredibili in cui si ha “il peggio all’interno del peggio” della condizione generale.
Il caso riguarda un ragazzo nigeriano, Mike, che fa parte dell’associazione Razzismo Stop di Padova e che per caso è venuto a Milano a salutare la sorella. Fermato per un controllo della polizia automaticamente è stato portato in via Corelli.

D: Come siete entrati in contatto con lui?

R: Abbiamo sentito i ragazzi dell’associazione che ci hanno chiesto di occuparcene perché anche a loro sembrava una situazione assolutamente incredibile, in quanto questo ragazzo è in regola con i documenti.
Lo abbiamo sentito al telefono dall’interno del centro di via Corelli e ci ha spiegato che il problema è emerso nel momento in cui – durante il controllo – sono risultati altri due nomi che avrebbe dato in tempi in cui o non aveva il permesso di soggiorno, o stava facendo altro tipo di pratiche. Comunque,
il fatto di avere dato false generalità anni prima non implica che automaticamente si venga tradotti nei centri di detenzione. E’ una situazione che non forma parte del pacchetto dei reati per i quali le persone sono impossibilitate ad acquisire il permesso di soggiorno.
Questa persona addirittura ha la ricevuta, in attesa del rinnovo del permesso di soggiorno che dimostra che, nel momento in cui la questura ha fatto una ricerca rispetto a questa persona, non ha ritenuto che queste due false generalità fossero ostative del rinnovo del permesso di soggiorno. Però questo invece lo ha ritenuto la Questura di Milano.
La situazione è assurda: se non fosse perché è in gioco la vita di un essere umano sarebbe tragicomica perché, da una parte, questa persona viene riconosciuta da una questura come persona assolutamente in regola, che può avere il rinnovo del permesso di soggiorno, dall’altra parte lo stesso organo a Milano porta questo migrante in via Corelli adducendo il fatto che questa persona può non essere chi dice di essere per cui, automaticamente viene tradotta nel Cpt.
La cosa si aggrava e diventa preoccupante perché Mike, non avendo la possibilità di contattare nessuno a Milano ha avuto l’incontro con il giudice di pace che ha convalidato tutto quello che aveva proposto la Questura di Milano, cioè l’espulsione, il trattenimento ed, eventualmente, un accompagnamento coatto alla frontiera.

D: Ora quali sono le possibilità per questa persona di riuscire a far valere il proprio diritto a restare regolarmente in Italia?

R: Dopo averlo sentito ci siamo attivati subito con i nostri avvocati. Cercheremo il prima possibile di entrare con l’avvocato per capire meglio come stanno le cose e per fare ricorso contro l’espulsione. A questo, però, si aggiunge l’ultimo pezzo di delirio assoluto cioè che questo ricorso da adesso in avanti non fermerà l’espulsione perché è un ricorso che non ordina la libertà della persona immediatamente, perché quei cinque giorni in cui lui poteva fare ricorso contro il trattenimento all’interno del centro, non contro l’espulsione, sono già passati. Di questa possibilità lui non è stato informato, non ha avuto alcun contatto con un legale.

D: Quest’episodio incredibile rivela quanto sia necessario opporsi all’esistenza di questi luoghi…

R: Esatto e quanto sia necessario, in questo momento, partecipare in centinaia di migliaia di persone alla manifestazione di Roma il 4 dicembre e quanto sia necessario, anche a livello territoriale, locale, iniziare a produrre grossi momenti di pressione rispetto ai Comuni piuttosto che alle sedi istituzionali, affinché il rinnovo del permesso di soggiorno rientri in una gestione normale e non allucinante come quella che si fa in questo momento: nove mesi di attesa per la consegna. Con l’aggravante che fra pocho tempo migliaia di migranti in tutta Italia saranno sequestrati dal Governo perché gli sarà impedito di andare a vedere i loro familiari nel periodo festivo natalizio, non avendo il permesso di soggiorno rinnovato. Infatti con la ricevuta non si può rientrare in Italia.
La surrealità dell’impianto legislativo è la cosa che più salta all’occhio, con qualsiasi tipo di analisi che si faccia sulle storie personali e anche generali. Nessuno è tutelato, tutti sono a rischio.