Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

da La Gazzetta del Mezzogiorno del 20 dicembre 2004

Naufragio albanesi, pm chiede condanne

Brindisi – Sei anni di reclusione per il comandante della nave italiana, Fabrizio Laudadio, quattro anni per quello presunto della nave albanese, Namik Xhaferi, che nel frattempo è riparato in Belgio: è quanto ha chiesto oggi il pubblico ministero del Tribunale di Brindisi Leonardo Leone De Castris nel processo sull’affondamento della nave albanese «Kater Rades», avvenuto il 28 marzo del 1997, venerdì santo, al largo delle coste pugliesi.
Nel naufragio morirono una ottantina di persone, tra i quali molte donne e bambini, mentre una trentina riuscirono a salvarsi. L’accusa per i due imputati è di omicidio colposo plurimo e lesioni colpose.
Secondo l’ipotesi accusatoria a causare la collisione tra la corvetta Sibilla della Marina Militare italiana e la carretta del mare albanese, carica di immigrati in fuga dal Paese delle Aquile in preda alla crisi, fu un concorso di colpa tra i due comandanti. La nave era uscita dal porto albanese di Valona e subito dopo era stata avvicinata dalla nave Zefiro e subito dopo dalla Sibilla che avrebbe tentato inutilmente di far invertire la rotta.