Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

Lo status di rifugiato politico a Bologna

Comunicato stampa dell'Associazione Democratica Somala in Emilia R.

Sono passate tre settimane dal presidio davanti alla Prefettura e dalla
marcia fino al Palazzo Comunale di Bologna di un centinaio di rifugiati
somali ed eritrei per denunciare alla città le precarie condizioni di vita
che questi ultimi sono costretti a vivere e che paradossalmente, per alcuni
di questi, si sono aggravati dopo il riconoscimento dello status di
rifugiato politico o per motivi umanitari.
Le promesse fatte dalla Prefettura, riguardanti un tavolo di confronto fra
tutti gli enti interessati, al fine di organizzare una collaborazione per
potere dare un sostegno più organico agli asilanti, sono svanite come la
neve sotto il sole; dai Servizi Sociali del Comune di Bologna, d’altro
canto, l’ assordante silenzio sopravvenuto va a confermare gli sfratti dei
posti letto ed i tagli al sostegno economico (ben 72 ¤uro al mese) a chi ha
ottenuto regolare permesso.
Rispetto al perdurare di questa incivile situazione, siamo a levare ancora
una volta, il nostro grido di protesta per tentare di incidere i muri di
gomma che nascondono una filiera di chiare responsabilità politiche.
Denunciamo:
che il Parlamento Italiano (unico in Europa), da più di mezzo
secolo non promulga una legge organica e finanziata per la tutela degli
asilanti, in modo da mantenere gli impegni presi dall’Italia nel 1951 con la
firma della Convenzione di Ginevra;
Denunciamo: che il Piano Nazionale Asilo (P.N.A.) è divenuto, nell’ultimo
decennio, palesemente insufficiente per rispondere alle esigenze dei
richiedenti asilo, i quali sono costretti a cercare protezione in altri
Paesi europei, a “rendersi irreperibili” secondo le dizioni ufficiali;
Denunciamo: che i Comuni, le Province e le Regioni più avanzate, sempre
pronte a finanziare “progetti culturali per l’integrazione”, e fra questi,
sempre di più progetti che nessun beneficio reale portano ai cittadini
stranieri, rimangono sordi ed insensibili (“non ci sono fondi”) al fatto
che sul proprio territorio viene calpestata quotidianamente la dignità degli
asilanti i quali debbono elemosinare un pezzo di pane ed un posto letto, ed
i più fortunati, quelli seguiti dai Servizi Sociali, quando viene
riconosciuto loro il Permesso di Soggiorno, rischiano di perdere gli ausili
concessi perché sarebbero “già a posto”;
Denunciamo inoltre: che i richiedenti asilo inviati in Italia da altri
Paesi europei, in ottemperanza alla Convenzione di Dublino, quando giungono
nel bel paese, e nella fattispecie a Bologna, hanno un destino che è
semplicemente lasciato al caso, vedi i casi fotocopia di Hawa e di Aibada e
dei loro sette figli, trattati come pacchi postali, vedi gli ultimi
recentissimi casi della sig.ra Farah, che malgrado una lettera di sostegno
della Prefettura che invitava i Servizi Sociali a prendersene carico, per la
presenza di un figlio di un anno, per avere rivendicato con tenacia i propri
diritti, è stata denunciata dall’operatrice dei servizi come malata di mente
e consegnata alla Polizia, o come il sig. Hassan Ali, il quale, all’arrivo
dal nord Europa, è rimasto per due giorni, senza indicazioni, nell’aeroporto
Marconi, prima di cambiare definitivamente città.

Torniamo a chiedere con forza di aprire un tavolo di confronto per superare
i molteplici problemi oggettivi e le difficoltà che pongono le Istituzioni
al fine di costruire iniziative di reale accoglienza ed integrazione a
favore degli asilanti, tutelati, ad oggi, solo sulla carta, da Convenzioni
internazionali sottoscritte dall’Italia, ma mai rispettate.

Il Presidente dell’Associazione Democratica Somala in Emilia R.

Mohammed Ahmed