Anche a Gorizia si attende di verificare quali saranno gli esiti dell’introduzione delle nuove norme per il riconoscimento del diritto di asilo previste dalla legge Bossi-Fini che stanno facendo discutere, in tutta Italia, gli operatori e i volontari impegnati quotidianamente nell’affrontare l’emergenza dell’immigrazione clandestina.
L’istituzione prevista dalla legge di sette commissioni territoriali per il riconoscimento del diritto di asilo (una delle quali sarebbe ubicata proprio a Gorizia) e di altrettanti centri di identificazione (quello goriziano troverà posto nel Centro di permanenza temporanea in fase di realizzazione a Gradisca) ha raccolto per il momento pesanti critiche soprattutto da parte della Caritas italiana che rileva come il nuovo sistema sia destinato a partire “monco” visto che i centri di identificazione, come nel caso della provincia di Gorizia, non potranno essere attivati prima dell’ultimazione del Cpt gradiscano prevista per la fine del 2005. Critiche condivise in parte anche dal direttore della Caritas diocesana di Gorizia don Ruggero Di Piazza (nella foto), “anima” del centro di prima accoglienza goriziano per immigrati “San Giuseppe” di via Vittorio Veneto dove attualmente sono ospitati alcuni dei migranti che inoltrano la richiesta di asilo. Don Di Piazza ricorda come la scelta della Bossi-Fini di individuare sul territorio 7 commissioni che effettuino il lavoro burocratico finora svolto dalla commissione centrale a Roma sia la risposta a un evidente bisogno di decentramento.
«Un decentramento che abbiamo chiesto tutti – precisa il direttore della Caritas – perché i tempi burocratici per accertare la veridicità delle richieste d’asilo erano ormai di una lunghezza inaccettabile per gli immigrati che inoltravano l’istanza e bisognava pur velocizzarli. È anche vero, però, che a Gorizia il nuovo sistema partirà monco visto che il Cpt gradiscano con il relativo centro di identificazione aprirà, a quanto pare, solo a fine anno».
«Insomma il nuovo sistema sarà anche costoso e in parte macchinoso – puntualizza il direttore della Caritas diocesana –, ma mi auguro possa servire almeno a velocizzare l’iter burocratico. Oggi i richiedenti asilo aspettano anche fino a 18 mesi ospitati nel nostro centro prima di essere chiamati alla commissione centrale nella capitale facendo il viaggio a nostre spese, mentre dal 21 aprile la trafila potrà svolgersi tutta a Gorizia anche se per i primi mesi dovremo continuare a ospitarli in attesa del Cpt».
Dal Messaggero Veneto del 13 aprile 2005
Diritto di asilo
Don Di Piazza: sistema da perfezionare
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