Rifugiati: tempi più veloci

Il nuovo sistema per il riconoscimento del diritto di asilo previsto dalla legge Bossi-Fini, che entrerà in funzione il 21 aprile, «di sicuro è costoso, ma mi auguro possa servire almeno a velocizzare l’iter burocratico». Lo ha detto don Ruggero Dipiazza, direttore della Caritas diocesana di Gorizia e del Centro di prima accoglienza goriziano per immigrati clandestini «San Giuseppe».
Il governo ha deciso infatti di istituire le sette commissioni territoriali per il riconoscimento del diritto di asilo e di altrettanti Centri di identificazione come prevede la legge Bossi-Fini. Uno di questi sorgerà nella caserma «Polonio» di Gradisca, dove si sta lavorando anche per costruire il centro di permanenza temporanea.

«Oggi i richiedenti asilo – ha spiegato don Dipiazza – aspettano anche fino a 18 mesi ospitati nel nostro Centro, prima di essere chiamati alla Commissione centrale di Roma, e fanno il viaggio a nostre spese, mentre dal 21 aprile la trafila potrà svolgersi interamente a Gorizia, anche se per i primi mesi dovremo continuare ad ospitarli noi, in attesa dell’ attivazione del Centro di permanenza temporanea in fase di ultimazione a Gradisca».
«Il decentramento lo abbiamo chiesto tutti – ha aggiunto il direttore della Caritas – perché i tempi burocratici per accertare la veridicità delle richieste di asilo erano ormai di una lunghezza inaccettabile e bisognava velocizzarli in qualche modo. A Gorizia, però, il sistema partirà monco, visto che il locale Centro di permanenza temporanea con il relativo centro di identificazione aprirà soltanto a fine anno».
La commissione territoriale avrà sede a Gorizia e sarà composta da un funzionario di carriera prefettizia, da un funzionario della Polizia di Stato, da un rappresentante dell’ente territoriale e da uno dell’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati.
Le procedure per il riconoscimento di asilo politico saranno semplificate: i tempi di risposta andranno dai 20 ai 33 giorni.