Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

Da Il Mattino di Padova del 31 maggio 2005

Aurora D’Agostino – «La vicenda è stata sminuita da una sentenza troppo mite»

Aurora D’Agostino è soddisfatta a metà, anzi meno, per come si è concluso il primo grado di giudizio in sede civile del contenzioso fra i nove extracomunitari e Stefano Alberti il titolare dello Sparkling Bar di via Tiziano Aspetti 191, responsabile di aver praticato prezzi maggiorati agli immigrati, per il solo fatto di non essere italiani. In sede penale l’Alberti è già stato condannato ad una multa di 500 euro ma è già ricorso in appello. Ieri è uscita anche la sentenza civile di primo grado che condanna il titolare del bar a pagare cento euro di multa per ognuno dei ricorrenti e lo diffida a compiere nuovi atti discriminatori.
«Con questa assurda sentenza si è voluto sminuire e ridurre al minimo la gravità di questa vicenda – sottolinea Aurora D’Agostino, legale dei nove extracomunitari -. A questo punto si è creato un precedente pericoloso. Qualunque barista potrà praticare i prezzi che vuole a seconda del colore della pelle se poi l’ipotetica condanna è di 100 euro». Poco importa che sia stata accertata la discriminazione se poi la sanzione è irrisoria. «Avevamo chiesto un risarcimento di 50 mila euro, ma soprattutto la pubblicazione della sentenza in almeno quattro organi di stampa in modo che tutti i cittadini sapessero di questa discriminazione razziale. Invece ci troviamo di fronte ad una condanna all’acqua di rose, al limite della presa in giro. Nemmeno i giudici di pace per liti di condominio arrivano ad infliggere condanne così leggere».
Nessun commento, invece, dalla parte di Stefano Alberti. Il processo lo vede colpevole, ma alla fine la pena pecuniaria è decisamente inferiore rispetto alle previsioni.
(Francesco Patanè)