Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

A fianco di Youssef!

Comunicato del Lab. Occ. P.A.z di Rimini

Prendiamo la parola per intervenire sulla questione relativa agli atti di violenza arbitraria crudele e xenofoba esercitata presso una caserma dei carabinieri nella Valle del Rubicone.

Abbiamo consapevolezza di cosa è accaduto e di cosa accade quotidianamente in alcune stanze di quel luogo dove è sospeso il diritto, una sorte di Cpt virtuale che mortifica l’umano e accresce l’inciviltà. Non solo minacce ed epiteti verbali ma veri e propri atti di barbarie e sommaria violenza fisica, l’ennesimo suggello territoriale e delocalizzato della guerra globale permanente. Guerra globale e permanente che non è solo agita mediante atti bellici successivi e ripetuti, ma anche attraverso un insieme asimmetrico e multiforme di attacchi ai diritti, alla dignità degli esseri umani.

Queste violenze sono pertanto legittimate da chi governa i territori con leggi come la Bossi/Fini o la legge 30, strumenti di controllo sulle vite di tutt* , strumenti di controllo sulle migrazioni e di sfruttamento e disciplinamento del lavoro migrante.

Noi donne e uomini parte delle tante reti di resistenza che in tutto il mondo reclamano redditi, diritti, e dignità, riteniamo insopportabile quanto accade in questi territori, territori attraversati da una macchina repressiva che trasforma i cosiddetti “altri” in una mera equazione migrante=abusivo=delinquenza=disumanità. La manu militari si esercita su di loro con tutta la sua potenza e la sua efficacia, sostenuta, coccolata da tutte le amministrazioni comunali della “vecchia Romagna etichetta rossa”. I migranti chiunque essi siano, qualunque sia la loro storia fungono da ottimo capro espiatorio della crisi dilaniante che sta crescendo ovunque, e qualcuno si sente legittimato più di altri nei soprusi e nelle angherie.

Il capro espiatorio ora è Youssef, un ragazzo di 23 anni, carcerizzato, pestato, con grandi occhi scuri così come la pelle, color della terra, color delle sabbie del Marocco. Youssef oggi ha esercitato il suo diritto di resistenza, ha denunciato, a scapito di essere arrestato perché privo di documenti, i soprusi e le violenze subite, per questo ora è stato rinchiuso, per questo sarà processato. Youssef oggi ha resistito così come hanno resistito tutti quei cittadini migranti che rinchiusi nei Cpt si sono ribellati agendo in prima persona l’insopportabilità di quei lager e costruendo autonomamente la propria liberazione.

Crediamo che ogni cittadino che vive in questi spazi e li abita, di essere protagonista di questa lotta per la difesa della dignità umana, a fianco di Youssef e contro qualsiasi forma di repressione.

Crediamo sia il momento di prendere parola e di agire resistenza, crediamo sia il momento di capire e di affermare che gli altri siamo noi, che ogni diritto negato ad uno solo dei nostri fratelli e delle nostre sorelle migranti, sia qui che altrove, è un diritto negato anche a noi, è una libertà sottratta anche alla nostra. È ora dire basta, è ora di credere che “siamo noi a fare il futuro, che esso è il modo che abbiamo di reagire a quel che succede” ponendo al centro ciò che accade oggi e ciò che è necessario cambiare.

Youssef chiedeva diritti e cercava lavoro, è stato pestato e clandestinizzato, rinchiuso e isolato. Ora non è più solo, la sua lotta è la nostra stessa lotta, quella di chi chiede Reddito, Diritti e Dignità!

Laboratorio Occupato P.A.z – Rimini

Via Montevecchio n. 7 – email – tel. 0541 751653