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da Il Corriere Romagna del 23 luglio 2005

Voci migranti contro i violenti: “Noi picchiati e insultati”

RIMINI – “Abbiamo deciso di accompagnare Youssef nella sua lotta. Vogliamo verità, giustizia e rispetto dei diritti umani”. Con queste parole i ragazzi del laboratorio occupato Paz, insieme ai responsabili del centro islamico di Rimini, hanno presentato ieri mattina un documento-inchiesta.

Si tratta di una registrazione audio, immessa in rete sul sito www.meltingpot.org e inviata ad Amnesty International, con la quale vengono denunciate violenze fisiche e psicologiche che sarebbero avvenute all’interno di una caserma dei carabinieri nella Valle del Rubicone. Nel cd audio parlano sei uomini che raccontano la stessa storia: violenze da parte di un carabiniere, lo stesso che Youssef, clandestino marocchino di 24 anni, ha denunciato alla Procura facendosi arrestare pur di ottenere giustizia. Dopo le interrogazioni di senatori e deputati, anche i disobbedienti del Paz hanno deciso di andare fino in fondo.

E lo hanno fatto a modo loro: intervistando e registrando alcuni immigrati. “Tutti testimoniano un clima di terrore – spiega Manila Fabbri – e tutti hanno paura di denunciare personalmente quello che hanno subito”. Dietro la reticenza non vi sarebbe codardia, ma insicurezza: “Il clima che si respira in Riviera e in Italia non permette ai migranti, regolari e non, di fare valere i propri diritti di persone. Invitiamo chi per ora ha parlato dietro anonimato a trovare il coraggio per formalizzare la denuncia. Nel frattempo noi renderemo pubbliche tutte le testimonianze che troveremo”.