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dal Corriere Romagna del 13 marzo 2006

Rimini – La fila della speranza per ottomila

Rimini – Saranno circa ottomila le stanze di chiamata al lavoro in Italia, relative al Decreto Flussi varato dal Governo, per cittadini stranieri, che a partire da oggi pomeriggio alle due e mezza saranno consegnate agli uffici postali della provincia. Tanti, almeno, sono stati i kit ritirati nelle scorse settimane, sul territorio (dato della Prefettura). E siccome per la relativa pratica si andrа in ordine di riconsegna dei kit stessi, giа da ieri c’erano file davanti agli uffici postali, per prendere il posto, un po’ in tutta la provincia.

Soprattutto a Rimini e negli altri Comuni della costa: Bellaria, Riccione, Cattolica, Misano. Ma anche a Santarcangelo e Coriano.Giа nei giorni scorsi la Caritas di Rimini aveva avvertito che vari studi tecnici avevano assoldato dei “turnisti” che stessero a “tenere il posto” davanti agli sportelli. “Anche nelle ultime ore – racconta Luciano Marzi, dell’ufficio stranieri della Caritas – abbiamo distribuito decine di kit. Saremo attenti che non vi siano degli illeciti”.

Quest’anno, spiegano dalla Prefettura, a livello nazionale sono circa 170mila gli immigrati cui и consentito l’ingresso. In Emilia Romagna si parla di 5mila stagionali e altri 14mila per lavori subordinati, domestici e non. Cgil calcola che per Rimini siano circa 800 i posti di lavoro subordinato, quando le richieste, solo al sindacato, per badanti, ammontano a 400. Va precisato che chi entra per un lavoro stagionale deve tornare in patria quando il contratto termina.In vista della riconsegna era stata prevista l’apertura di uno sportello per ognuno dei 47 uffici postali del territorio.

Ma ieri gli sportelli sono stati aumentati: almeno due per ufficio. I dipendenti, un centinaio, lavoreranno in straordinario, fino alle 17,30. Ma va ricordato anche che le categorie commerciali possono inoltrare domande via internet.La Cisl auspica che vi siano stringenti controlli “legati all’ordine pubblico e a prevenire fenomeni di criminalitа – spiega Alessandro Amadei -: domani mattina (oggi, ndr.) le persone in fila fuori verranno fatte entrare negli uffici, dove si compiono anche operazioni con denaro. Non vorremmo che qualche malintenzionato si mescolasse agli immigrati per compiere rapine”.La Prefettura, oltre ai consueti controlli quotidiani sul territorio, ha chiesto la collaborazione della Protezione Civile e delle varie Polizie municipali del territorio.Il responsabile della Protezione Civile Francesco Massimi annuncia che “avremo un a decina di uomini in allerta per essere pronti su eventuali richieste”. Mentre l’assessore alla Polizia Municipale di Rimini Stefano Vitali spiega che “saremo impegnati, al bisogno, per la viabilitа. Non – sottolinea – per l’ordine pubblico”.

Intanto, sulla vicenda, intervengono l’Arci e la Cgil, criticando la Bossi-Fini.L’Arci scrive che “più di tante parole, l’ingiustizia e il fallimento della Bossi-Fini ha dimostrato da queste persone pazientemente in fila, da ore e chi sa fino a quando, con la speranza di poter finalmente uscire dalla clandestinitа e accedere a una vita dignitosa. L’ipocrisia del sistema con chiamata diretta nominativa и confermata da chi forma queste file: in coda non ci sono i datori di lavoro, ci sono gli immigrati, tutti giа qui e con un lavoro in nero”. Quindi preoccupazione per il grande freddo notturno.

Mentre la Cgil, stigmatizzando a sua volta il sistema, lancia una provocazione: “Meglio sarebbe permettere a tutti di consegnare i documenti e poi scegliere a sorte piuttosto che affidarsi alla buona salute o alla possibilitа di pagare qualcuno di ‘sana e robusta costituzione’ che sia disposto a mettersi in fila”. Più in generale sulle quote, il sindacato “chiede che vengano superate con l’introduzione di un permesso di soggiorno di 6-8 mesi che permetta agli extracomunitari di cercare un lavoro”.