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Tratto dal sito unhcr.it

Asilo – Primo bilancio UNHCR della procedura introdotta dalla Bossi-Fini

Comunicato stampa del 22 aprile 2006

Ad un anno dall’avvio della nuova procedura italiana in materia d’asilo, così come prevista dalla legge n. 189/2002 – la cosiddetta ‘Bossi-Fini’ – l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) presenta un primo bilancio mettendo in rilievo gli aspetti positivi e negativi della legge e della sua applicazione. Tra i più rilevanti aspetti negativi, vanno ricordati soprattutto il trattenimento di ampie categorie di richiedenti asilo e la mancata introduzione di un ricorso effettivo – con effetto sospensivo – contro il respingimento in prima istanza di una domanda d’asilo.

Tra le novità positive introdotte dalla legge ‘Bossi-Fini’, va menzionato il decentramento della procedura d’asilo attraverso la creazione di sette Commissioni Territoriali – incaricate di esaminare le domande d’asilo e determinare lo status di rifugiato – che hanno iniziato la loro attività il 21 aprile di un anno fa. Le Commissioni hanno sede a Milano, Gorizia, Roma, Foggia, Crotone, Siracusa e Trapani e sono coordinate dalla Commissione Nazionale per il diritto d’asilo con sede a Roma. Ogni Commissione è composta da un prefetto, un funzionario della pubblica sicurezza, un rappresentante degli enti locali ed uno dell’UNHCR.

In base ai dati forniti dalla Commissione Nazionale, dall’inizio della loro attività – il 21 aprile 2005 – alla fine di febbraio 2006, le Commissioni Territoriali hanno preso decisioni in merito a 6.945 domande d’asilo, riconoscendo in 358 casi (oltre il 5%) lo status di rifugiato e in 3.049 (circa il 44%) la protezione umanitaria, status riconosciuto a coloro che pur non avendo i requisiti per essere riconosciuti come rifugiati ai sensi della Convenzione di Ginevra del 1951, fuggono da guerre, situazioni di violenza generalizzata e gravi violazioni dei diritti umani e necessitano di protezione internazionale.

Tra gli elementi della nuova procedura che l’UNHCR valuta positivamente, vi sono l’introduzione dello status umanitario, la notevole riduzione dei tempi di attesa e le maggiori garanzie procedurali fornite ai richiedenti asilo – come la possibile presenza dell’avvocato durante l’audizione e il rilascio del relativo verbale. L’Agenzia dell’ONU per i Rifugiati inoltre esprime apprezzamento per le attività di formazione coordinata dalla Commissione Nazionale e per l’utilizzo di informazioni aggiornate ed accurate sui paesi d’origine dei richiedenti asilo.

L’UNHCR considera dunque l’operato delle Commissioni Territoriali come sostanzialmente positivo, ed offre la piena disponibilità a continuare a collaborare con le autorità per modificare alcuni aspetti critici del sistema d’asilo in Italia, tra i quali: il trattenimento generalizzato dei richiedenti asilo, l’insufficienza dei servizi di orientamento legale e assistenza sociale offerti nei centri utilizzati a questo scopo, la non definita natura giuridica di diversi centri attualmente utilizzati per il trattenimento.

Per quanto riguarda l’integrazione, l’UNHCR vuole sottolineare che la maggiore rapidità della procedura ha fatto sì che i rifugiati e i titolari di protezione umanitaria si trovino in un tempo relativamente breve a doversi integrare in una nuova realtà. Tale situazione comporta la necessità di una politica organica di inserimento e integrazione. In particolare, per quanto riguarda i bisogni alloggiativi e di inserimento sociale, l’UNHCR sottolinea la necessità di fornire una risposta adeguata ed evidenzia il rischio che si creino sacche di marginalità disperse sul territorio. In questo contesto, il crescente problema dei minori stranieri non accompagnati richiede un’attenzione particolare nell’ambito del necessario potenziamento di servizi di accoglienza che siano adeguati ai bisogni e tengano conto delle specificità dei gruppi vulnerabili.

Al fine di trovare risposte adeguate a queste carenze, l’Alto Commissariato auspica che l’Italia adotti al più presto una legge organica in materia di diritto d’asilo, in linea con gli standard internazionali ed europei. L’Italia continua ad essere l’unico paese dell’Unione Europea a non disporre di una specifica legge organica sull’asilo e tale carenza ha comportato, e tuttora comporta, gravi difficoltà non solo per i richiedenti asilo e i rifugiati, ma anche per gli stessi operatori, per le amministrazioni locali, le forze dell’ordine e tutti gli attori interessati. L’UNHCR ribadisce la propria disponibilità a collaborare con le realtà impegnate in questo ambito non solo al fine di assicurare protezione internazionale a coloro che ne hanno bisogno ma anche per la creazione di un sistema in grado di facilitare una piena integrazione dei rifugiati.