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tratto da www.gvonline.it

Uffici inceppati: in Veneto 5000 badanti in attesa

Le piccole aziende agricole del veneziano possono considerarsi fortunate. A lavorare negli orti del Litorale o nelle serre della Riviera sono soprattutto stagionali polacchi, cioè neocomunitari. E i primi sono già arrivati.

Per tutti gli altri, per le imprese che attendono operai extracomunitari, per le famiglie che aspettano colf o badanti, l’attesa invece sarà ancora lunga.

Lo sportello della Caritas di Venezia, che ha un po’ il polso della situazione di quanto sta accadendo, mette in previsione che la regolarizzazione delle badanti (circa 5000 in Veneto, su 20mila lavoratori stranieri totali in regione) si concretizzerà verso fine giugno, mentre quella delle colf sarà a seguire. Tempi lunghi, dunque. Il problema è che il Sistema informatico del Viminale, nonostante qualche vantaggio l’abbia probabilmente portato nella presentazione delle domande, ora sta dando parecchi problemi.

La lettura dei dati, che sta avvenendo a Roma, sta risultando difficoltosa. Il 60% delle domande risulta al lettore ottico illeggibile. Ciò significa che i dati vengono inviati agli sportelli unici locale per la maggior parte incompleti. E qui è dunque necessario attendere l’arrivo del materiale cartaceo per completare la lettura e poi finalmente stilare la graduatoria dei 170mila fortunati che riceveranno il permesso di soggiorno. Di domande, per quei 170mila posti, ne erano arrivate quasi tre volte tante: quasi 500mila. E oltre la metà di quel mezzo milione di moduli non è leggibile per via informatica. Il sistema delle regolarizzazione, dopo le code e i bivacchi notturni davanti agli uffici postali cui si è assistito lo scorso maggio, risulta ancora inefficiente.

Non va bene neppure la regolarizzazione degli stagionali che, secondo “Stranieriinitalia.it”, osservatorio privilegiato in materia, «procede a macchia di leopardo». Sta andando bene ad esempio a Verona, molto meno in altre province del Nord. E il problema, per le aziende che attendono gli stagionali, è che ora il tempo stringe: per chi deve raccogliere frutta, verdura, ortaggi nei campi o per chi opera nel turismo e si avvicina la stagione estiva, i ritardi cominciano a farsi sentire pesantemente. La conseguenza, che nessuno dice ma che tutti sanno, è il ricorso agli irregolari o a contratti in nero.

Un po’ meglio sta andando per i flussi dei neocomunitari, cioè dei cittadini provenienti da Repubblica Ceca, Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Slovacchia, Slovenia e Ungheria. Le pratiche sono avviate e i lavoratori stanno già arrivando. Per questi, però, è arrivata di recente la cattiva notizia: fino al 2009, nonostante l’ingresso nell’Unione europea, i cittadini neocomunitari non potranno circolare liberamente in Italia, Austria, Germania, Belgio e Francia. Il timore della concorrenza del famoso “idraulico polacco”, cioè del lavoratore o del professionista neocomunitario disposto a fare lo stesso lavoro a minor costo, ha portato alla decisione “protezionistica”: proroga fino al 30 aprile del 2009 (e possibilità di estensione fino al 2011) del regime transitorio, che limita la libera circolazione di questi cittadini, nonostante nel frattempo siano diventati europei a tutti gli effetti. O quasi.

Serena Spinazzi Lucchesi