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da Nigrizia del 15 giugno 2005

Futuro in rosa

Da un convegno a Milano, le testimonianze di donne d’Africa tra economia, sanità e cultura. Con un unico filo conduttore: l’Africa in soccorso dell’Occidente.

“Le donne ci salveranno”. Con questa frase, tra l’augurio e la richiesta di soccorso, Savino Pezzotta, ex leader della Cisl, ha concluso il convegno “Donne d’Africa, un nuovo inizio”, organizzato da Vita non profit magazine, Cesvi, Cocis con il sostegno del Ministero Affari Esteri – Direzione generale cooperazione sviluppo, che si è svolto il 14 giugno a Milano – a proposito di donne segnaliamo in Mediteranneo uno speciale dedicato ad alcune figure femminili dell’Africa mediterranea -.

Tappa conclusiva del percorso progettuale “Italiaafrica”, è stato un momento di scambio e conoscenza tra esperienze dell’altro mondo. Altro mondo inteso come l’Africa che dista dall’Italia poche centinaia di chilometri, altro mondo che da tempo è dietro l’angolo delle nostre città, case, vite con un’immigrazione sempre più sostanziosa in termini di numeri e contributi sociali.

E così è stata data voce a numerose testimonianze in rosa perché l’Africa del futuro sembra proprio essere donna. Ma a una donna italiana, Rita Levi Montalcini, è spettato il compito di dare il via alla discussione chiedendo perdono: “Dobbiamo chiedere scusa all’Africa per quello che abbiamo fatto, dalla colonizzazione in poi, oggi il futuro è donna e mi impegnerò perché il governo italiano investa di più nella cooperazione e degli aiuti mirati”.

Un impegno che sembra essersi assunto anche Patrizia Sentinelli, neo vice ministra – “non è un errore di battitura” tiene a sottolineare – con delega alla cooperazione che è intervenuta al convegno. “Dobbiamo unire le forze e le competenze – spiega la Sentinelli – ripartire da ciò che è stato fatto e guardare avanti, tenendo in considerazione anche la questione del genere, maschile e femminile, perché servirà a gettare le basi di una nuova politica di cooperazione”.

“Se diciamo che l’Africa deve essere salvata penso subito a un naufrago – afferma Odile Sankarà, artista e scrittrice sorella di Thomas Sankarà presidente del Burkina Faso assassinato nel 1987 – ma per aiutare un naufrago ci vogliono degli esperti con braccia forti altrimenti si rischia di annegare tutti quanti, l’Africa oggi deve rivedere i propri valori e investirci tra cui l’educazione, l’istruzione, la solidarietà e la tolleranza”.

Ma quale modello oggi prenderà ad esempio l’Africa? “Sceglieremo forse il modello femminile – sottolinea la Sankarà – perché la donna in Africa ha un grande potere in famiglia e sa racchiudere e trasmettere la cultura, sa discutere e rispondere ai bisogni reali della società. Oggi i tempi sono cambiati e ad esempio in Burkina molte donne lavorano e non sottostanno all’ipocrisia ‘machista’, sono indipendenti ma consapevoli del proprio ruolo importante”.

E se da un lato le donne emergono c’è, però, un continuo bisogno d’aiuto: “Se volete darci soldi dateceli pure – conclude la Sankarà rivolgendosi al mondo occidentale – ma non legateci le mani, vogliamo fare da soli”.

“Dando potere e responsabilizzando le donne riusciremo a diminuire problemi gravi come gli abusi domestici – racconta Yvonne Barthies, infermiera sudafricana – serve formazione e comunicazione per le donne africane che spesso si sentono colpevoli invece che vittime. Io ho vissuto nell’apartheid e nessuno vedeva allora le mie lacrime, oggi non è più così ma dobbiamo darci da fare”.

Tra le altre testimonianza c’è anche quella di Mariam Mohamad Gaal, somala attuale consulente della Shabeli Women Enterpreteuneurs Association (SWEA) che raggruppa oltre 400 donne imprenditrici somale. “Le donne in Somalia hanno bisogno di stabilità come tutta l’Africa d’altronde, i leader politici si curano troppo dei propri interessi e le guerre, i conflitti, tolgono le risorse dalla popolazione; per non parlare poi della armi di cui l’Africa è piena, pur non producendole”.

E tra richieste di assunzioni di responsabilità da parte dell’Occidente, testimonianze di buone pratiche femminili in Africa, racconti di esperienze di donne africane in Italia, impegnate in politica, per migliorare la situazione degli immigrati il convegno si è alimentato di parole, suoni, emozioni, riflessioni e propositi.

Sperando che tutta la ricchezza prodotta dallo scambio di esperienze non resti chiusa nelle mura di una sala congressuale.