Piace al prefetto, ma non piace ai torinesi, l’idea di un maxi-centro di permanenza temporanea da realizzare sulla stessa area di quello attuale.
I residenti di corso Brunelleschi, e quelli delle strade vicine, ne hanno «le tasche piene di notti passate in bianco», punteggiate da grida e tumulti, qualche volte anche da fitti lanci di sassi e, magari, di qualche lacrimogeno. E la cittа non ama quella struttura che, fatta com’и, non garantisce sicurezza nй a chi sta dentro (e che spesso cerca di scappare) nй a chi si trova fuori (spesso coinvolto in episodi di quasi guerriglia).
Se si realizzasse il raddoppio in corso Brunelleschi (con capienza che passerebbe da 70 a 130 posti) si raddoppierebbero anche i problemi della zona, temono i residenti del quartiere. «Meglio un Cpt piщ grande ma trasferito in un luogo lontano dai centri abitati, sicuro, facilmente sorvegliabile e difficilmente raggiungibile da chi vuole alimentare disordini».
Portavoce di questo pensiero и da tempo Agostino Ghiglia, di Alleanza Nazionale, ma – colori politici a parte – questa и la convinzione di sempre piщ torinesi, soprattutto di quelli che vivono in diretta le animate vicissitudini di questa struttura.
E dire che alternative ce ne sono. Scartata quella, evidentemente poco logica, della caserma di via Bologna (che piaceva a una parte della maggioranza in Comune ma che avrebbe soltanto spostato il problema in un’altra area della cittа densamente popolata) resta quella del Poligono Militare di Lombardore. In quella zona, fuori dal centro abitato, quasi al confine con Leinм, esistono strutture abbandonate e altre riconvertibili che potrebbero – in pochissimi mesi di lavoro – diventare un efficiente e piщ capiente Centro di permanenza temporanea.
La aree utilizzabili sono due: la prima и direttamente sulla provinciale, accanto alla palazzina d’ingresso al poligono. Qui esiste giа una struttura che и affacciata su una sterminata area verde, oggi abbandonata ma certo recuperabile. La seconda area sta invece al fondo di strada Bertola ed и utilizzata, oggi, come deposito di un certo numero di mezzi militari, in parte dismessi.
Tutt’intorno esiste un’ampia zona di rispetto, la villa piщ vicina и a centinaia di metri. Insomma, qui non c’и il rischio di disturbare il riposo di migliaia di cittadini nй la possibilitа, in caso di evasioni, di facili fughe.
Per rendere operative queste strutture, oltre alla costruzione (ma solo nella prima opzione) di prefabbricati di supporto, occorrerebbe solo dotarle di comfort e servizi simili a quelli presenti in corso Brunelleschi: ambulatori, gabinetti, docce, televisioni, condizionatori. Con un risultato finale che sarebbe certamente piщ gradevole anche per gli ospiti, considerati i maggiori spazi e le adiacenti aree verdi. L’accessibilitа non sarebbe infine complicata: si raggiunge attraverso un tratto di superstrada Torino-Caselle, un tratto della 460 sino a Lombardore, poi un paio di chilometri in campagna. La tangenziale и a due passi, l’aeroporto pure.
Intanto arrivano le prime reazioni politiche alla fuga: «Per evitare nuove rivolte come quella di venerdм notte – и l’opinione del segretario regionale della Lega Nord, Roberto Cota – la soluzione non sono gli “alberghi” proposti dal sindaco Chiamparino, ma il rafforzamento della Bossi-Fini». «Di fronte a quello che и successo l’altra notte – sottolinea Cota – mi sento di esprimere la massima solidarietа alle forze dell’ordine e voglio confermare che nei prossimi giorni organizzerт una visita al Cpt con l’obiettivo di verificare le condizioni di vita e di lavoro degli agenti».
«Il Cpt и inadeguato per l’uso per cui и stato creato e deve essere rinnovato», и il parere dell’onorevole Alberto Nigra (Ds), contestato da Chieppa (Comunisti Italiani): «И necessario – scrive Nigra – ripensare completamente tali centri al fine di farli diventare delle strutture in cui gli stranieri possono espletare una serie di servizi legati all’immigrazione».
di Angelo Conti
