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da Repubblica on line del 20 agosto 2006

Lampedusa, ancora un naufragio – Dispersi 20 immigrati, trovati 5 corpi

Sul gommone che si è rovesciato a 70 miglia dall'isola siciliana secondo i dieci superstiti: tutti eritrei. Forse 30 le persone a bordo

LAMPEDUSA – Nuovo naufragio al largo delle coste di Lampedusa. Un gommone con a bordo trenta persone si è rovesciato e una decina di migranti sono stati salvati da un peschereccio che navigava nella zona. E sono state proprio le persone salvate, tutte provenienti dall’Eritrea, a rivelare che sulla loro imbarcazione erano in trenta. Ci sarebbero quindi una ventina di dispersi: cinque corpi sono stati già recuperati da due motovedette e da un elicottero della Guardia costiera.

Proseguono le ricerche dei 40 dispersi del naufragio di ieri in cui hanno sicuramente perso la vita 10 persone. Sul barcone viaggiavano circa 120 persone: sono dieci le vittime i cui corpi sono stati già recuperati, e 70 i superstiti tratti in salvo. Tre unità navali della Guardia costiera e una della Guardia di Finanza stanno setacciando il tratto di mare nei pressi dell’isola.

E nuovi immigrati si affacciano, con altri barconi, al largo delle coste di Lampedusa. Questa mattina, sono 93 – tra cui una donna incinta di 8 mesi e due neonati – i migranti approdati sull’isola. In particolare 54 dopo essere stati soccorsi ieri sera dalla capitaneria di porto nelle acque del Canale di Sicilia in due distinte operazioni di salvataggio, altri 37 approdati, da soli, sulla terra ferma.

Gli extracomunitari, che viaggiavano a bordo di due barconi, sono stati avvistati da un peschereccio, rispettivamente a 20 e 28 miglia dall’ isola. Su un’imbarcazione erano in 29 tra cui 8 donne – una incinta di 8 mesi – e due neonati, a bordo dell’ altra c’erano 25 persone: 4 donne, un bambino e 20 uomini.

I primi a scendere dalle motovedette della guardia costiera sono i neonati in braccio alle madri. Sono in buone condizioni come il resto dei compagni di viaggio. Gli uomini hanno difficoltà a camminare e hanno evidenti segni di ustioni. “E’ la nafta che fuoriesce dai bidoni unita all’ acqua di mare – spiega un volontario della Croce Rossa – a provocargli queste bruciature”.

I migranti, che vengono dall’Eritrea, dal Niger, dall’Egitto e dal Sudan, hanno raccontato di essere partiti dalla Libia e di essere rimasti in mare per circa 5 giorni. Al secondo giorno di navigazione sarebbero rimasti senza acqua e cibo. Alcuni hanno raccontato che uno dei compagni di viaggio sarebbe caduto in mare e morto mangiato da un pescecane.

Ai 54 vanno si aggiungono anche altri 37 immigrati che sono riusciti a raggiungere Lampedusa con il proprio barcone.

Repubblica on line del 20 agosto 2006