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da www.unita.it del 10 settembre 2006

Corteo a Lampedusa: «Basta Cpt, una nuova politica»

Alle sette del mattino a Lampedusa l’ennesimo gommone ha sbracato 39 nordafricani fra cui anche due donne. È cominciata così una domenica non normale, però. Una domenica in cui sono “sbarcati” sull’isola anche i manifestanti del movimento antirazzista per una giornata di mobilitazione nazionale contro la legge Bossi-Fini e per la chiusura di tutti i centri di permanenza temporanea come quello, assolutamente di frontiera per gli arrivi dalla Libia, di Lampedusa.

Chiusura dei Cpt e superamento della Bossi Fini erano i pilastri della piattaforma del cartello di forze, molto ampio, che ha organizzato il meeting, tra cui Emergency, la Cgil, la Rete antirazzista siciliana, l’Arci, l’Attac e i Laici Comboniani . Una manifestazione che il sindaco di Lampedusa, Bruno Siragusa, di Forza Italia ha ostacolato in tutti i modi – cavalcando le ostilità di commercianti e albergatori – fino a paventare disordini e “una nuova invasione” dell’isola di facinorosi. Disordini non se ne sono verificati. E tra i facinorosi si sono visti europarlamentari e politici del centrosinistra come il deputato Ds Angelo Lo Maglio, sindacalisti, volontari delle Ong.

«Da Lampedusa viene oggi un messaggio forte al ministro Giuliano Amato – ha detto dal corteo Italo Tripi, segretario generale della Cgil siciliana – la richiesta di adoperarsi per l’abrogazione della legge Bossi-Fini e per innovare la legislazione italiana sull’immigrazione». La manifestazione voleva anche stabilire un dialogo con i cittadini dell’isola, stretti tra l’emergenza sbarchi e le difficoltà amministrative locali. «Da qui – ha infatti aggiunto lo stesso Tripi- vogliamo mandare un messaggio anche al presidente della regione Cuffaro, affinchè metta in campo un intervento forte a sostegno delle isole minori».

Alla manifestazione era presente in prima fila anche Rita Borsellino, leader dell’Unione in Sicilia. È stata lei a chiudere l’assemblea prima del corteo. «L’immigrazione – sono state le sue parole – viene considerata come un’emergenza. È ora di cambiare prospettiva e fare in modo che l’interrogativo non sia come tamponare l’emergenza clandestini ma come fare diventare quest’esodo conveniente per tutti: per i migranti, per il nostro paese, per l’intera Europa».«Il Mediterraneo – ha proseguito la Borsellino – è sempre stato un mare di pace, di flussi e di scambi culturali e commerciali. È da questa identità che dobbiamo ripartire, a cominciare dalla trasformazione dei Centri di permanenza temporanei: da luoghi di detenzione amministrativa a veri luoghi di accoglienza». Un punto di partenza che, ha detto Borsellino, «deve accompagnarsi a nuove politiche sull’immigrazione: a leggi che consentano l’arrivo regolare di questi uomini e di queste donne e che non renda più conveniente la clandestinità». Poi uno sguardo al passato: «Nel dopoguerra tanti siciliani, tanti italiani lasciarono il paese per sfuggire alla miseria. Oggi dall’Africa si fugge non solo dalla miseria ma da carestie e guerre – ha detto Borsellino – per questo serve una forte coesione europea e serve che la Sicilia, avamposto dell’Europa nel Mediterraneo assuma un ruolo propositivo». Rita Borsellino ha annunciato la presentazione di «una mozione al parlamento regionale contro i Cpt e per nuove politiche sui migranti».

«I Cpt sono una vergogna nazionale», afferma senza mezzi termini Manuela Palermi, presidente del gruppo Verdi-Pdci a Palazzo Madama. «Va respinto qualunque tentativo di alimentare un clima di scontro che non ha ragione alcuna di essere – ha anche voluto precisare -. La risposta per tutti può essere solo quella della solidarietà, dell’accoglienza e soprattutto di nuove ed efficaci politiche dell’immigrazione, che partano proprio dalla chiusura dei Cpt e e dal superamento della legge Bossi-Fini».

«Nelle politiche dell’immigrazione –ha detto l capogruppo del Prc al Senato Giovanni Russo Spena, commentando la manifestazione antirazzista di Lampedusa – sono stati fatti certamente dei passi avanti, ancora però largamente insufficienti. I Cpt restano lager all’interno dei quali gli atti di brutalità continuano a essere all’ordine del giorno. La chiusura dei Cpt è dunque più che mai urgente. Si tratta di un passo obbligatorio se davvero si intende cambiare strada e abbandonare le politiche puramente repressive e nei fatti controproducenti adottate negli anni scorsi dalla destra». Gli sbarchi del resto continuano. Mentre il corteo sfilava nelle vie del centro, la Guardia di Finanza dell’isola era impegnata a soccorrere altri 43 migranti, tra cui altre due donne, intercettati a 22 chilometri dalla costa. Stavano affondando e si sono salvati grazie a un Sos mandato ad alcuni parenti parenti residenti a Padova e Venezia che hanno dato l’allarme.