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Immigrati, clandestini soccorsi: alcuni di noi non ce l’hanno fatta

Gli extracomunitari parlano di un numero variabile di vittime della traversata

Palermo, 21 feb. – La nuova traversata nel Canale di Sicilia, che stamani ha portato nell’isola di Lampedusa (Agrigento) 31 clandestini, potrebbe trasformarsi in una nuova tragedia del mare. Alcuni degli extracomunitari arrivati oggi nel centro di accoglienza dell’isola delle Pelagie, infatti, parlano di vittime. Secondo il racconto fatto alle forze dell’ordine, un numero variabile tra 7 e 20 compagni di viaggio non sarebbe sopravvissuto alla traversata. I cadaveri, sempre secondo il racconto degli immigrati, sarebbero stati gettati in mare. I migranti, tra cui ci sono anche quattro donne e due bambini, hanno raccontato di essere partiti cinque giorni fa dal Nord Africa, di aver finito il carburante e di aver perso la rotta.

Il gommone di sette metri sul quale viaggiavano, ormai alla deriva, e’ stato avvistato stamani a 67 miglia a sud-est di Lampedusa. A dare l’allarme un peschereccio battente bandiera italiana, che ha soccorso anche due clandestini, che si erano gettati in acqua per raggiungerlo. Sul posto si sono recate due motovedette, una della Guardia di finanza e una della Guardia costiera. Al momento le forze dell’ordine stanno esaminando le foto dell’avvistamento scattate dall’alto da un elicottero del Comando aeronavale della Guardia di finanza che in un primo momento aveva segnalato la presenza in mare di un cadavere. Si cerca di capire se quel corpo fosse quello di uno dei due naufraghi soccorsi dal peschereccio italiano oppure una delle vittime dell’ennesimo viaggio della speranza di cui parlano i clandestini.