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Emergenza mediterraneo

L'UNHCR ribadisce l'obbligo di salvare le vite umane

L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) esprime grande
preoccupazione per la mancanza di un impegno forte ed uniforme da parte degli stati
rivieraschi del Mediterraneo nell’ambito della ricerca e soccorso in mare e nel
permettere lo sbarco immediato delle persone tratte in salvo da imbarcazioni
impegnate in attività di pesca. A causa di ciò, nelle ultime settimane molte
imbarcazioni precarie o alla deriva con a bordo un numero elevato di persone che
tentavano di raggiungere l’Europa sono state ignorate o lasciate in balia delle
onde, e alcuni capitani non hanno onorato sia i loro obblighi dettati del diritto
marittimo che l’antica tradizione del salvataggio di persone in difficoltà in mare.

L’UNHCR è consapevole delle difficoltà dei diversi paesi mediterranei nel far fronte
ai ripetuti arrivi di gruppi misti di migranti, richiedenti asilo e rifugiati, ma
sottolinea come il principio dell’assistenza alle persone in pericolo in mare
dovrebbe sempre essere prioritario.

L’Alto Commissariato è particolarmente preoccupato circa la sorte di almeno 53
persone, la maggior parte delle quali di origine eritrea, che risultano disperse da
più di una settimana nelle acque tra Malta e la Libia, nonostante gli sforzi di
ricerca della Marina Militare italiana e della Guardia Costiera italiane. In base a
quanto successivamente riportato da un sito eritreo, il gruppo potrebbe trovarsi in
Libia ed ora l’Agenzia è in contatto con le autorità libiche al fine di rintracciare
queste persone. I contatti non hanno avuto per ora alcun esito.

Inoltre, ha suscitato particolare allarme la vicenda dei 27 africani, aggrappati per
tre giorni ad una gabbia per tonni trainata da un rimorchiatore maltese e soccorsi
infine lo scorso 26 maggio dalla nave ‘Orione’ della Marina Militare.

Un terzo episodio preoccupante si è verificato il 25 maggio, quando la Guardia
Costiera italiana ha tratto in salvo 52 persone, tra cui un bambino e sette donne,
che erano state avvistate da un velivolo maltese che non aveva però lanciato
l’allarme.

L’UNHCR esprime apprezzamento per l’immediata risposta umanitaria delle forze
marittime italiane e degli equipaggi di due rimorchiatori, uno italiano e l’altro
spagnolo, che hanno salvato persone in difficoltà nel mar Mediterraneo negli ultimi
giorni. In questo contesto, l’UNHCR si appella a tutti gli stati rivieraschi
affinché adempiano ai loro obblighi internazionali per quanto riguarda il diritto
marittimo. L’UNHCR chiede inoltre ai governi di rafforzare il coordinamento e la
cooperazione nelle operazioni di soccorso per far sì che simili episodi non si
ripetano. L’UNHCR chiede in particolare al governo maltese di ratificare i recenti
emendamenti alle convenzioni marittime – la Convenzione sulla ricerca e soccorso in
mare del 1979 (SAR) e la Convenzione internazionale per la sicurezza della vita in
mare del 1974 (SOLAS) – che mirano ad affiancare l’obbligo per gli stati di
cooperare nelle operazioni di ricerca a quello dei capitani delle imbarcazioni di
fornire assistenza in mare. Malta è uno dei pochi paesi a non aver sottoscritto
questi emendamenti.

Alla luce di questi gravi episodi, l’UNHCR esorta la Commissione europea ad
intraprendere ulteriori azioni per riaffermare e delineare la responsabilità degli
stati membri di salvare vite in mare e permettere lo sbarco di chi viene soccorso.