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da Gazzetta di Parma del 16 dicembre 2007

Emergenza freddo, dormitori pieni

Accanto alla città luccicante, che affronta il freddo durante lo shopping bardandosi di piumini e pellicce, c’è la città che batte i denti e che non sa come sbarcare il lunario. Una Parma “a due velocità”, come l’ha definita nei giorni scorsi suor Patrizia Bin, responsabile del centro di ascolto Caritas di borgo Pipa.
La riprova è di ieri mattina. Con l’arrivo della prima ondata di freddo stagionale, al centro di ascolto Caritas di piazza Duomo, in convenzione con il Comune, sono affluite in poche ore 15 persone (per la maggioranza uomini e stranieri) che chiedevano un posto dove trascorrere la notte.
“Esauriti tutti i letti nei dormitori disponibili, abbiamo dovuto sistemare una decina di persone in residence e albergo, grazie a un fondo spese misto Comune-Caritas”, spiega Emiliano Pavarani, responsabile del l’area immigrazione e prima accoglienza dell’assessorato alle Politiche sociali del Comune.
Già da alcuni giorni i dormitori comunali registrano il tutto esaurito. Non c’è più un posto
nel centro femminile “Le 100 lune” di via Saffi (14 letti); nel ricovero maschile di strada Santa
Margherita (24 letti); nel dormitorio Caritas “Padre Uno”-convenzionato con il Comune – in via Imbriani (24 letti); nel dormitorio invernale (attivato da novembre) di strada Com’occhio (15 letti),
“Nei prossimi giorni pensiamo di aprire la struttura di Corcagnano, una palazzina già da due anni utilizzata anche come dormitorio, dove si trovano gli alloggi sociali e il cui piano terra
può ospitare fino a 15 persone per la notte” dice Pavarani.
Oltre agli alloggi per la notte, è
in funzione, tutte le domeniche, un’unità mobile dell’Assistenza Pubblica che svolge, in convenzione con il Comune, da centro di ascolto e punto informativo. Il pulmino della Pubblica gira per
le strade cittadine dalle 9 alle 24, ascolta le richiesta di aiuto delle persone che vivono in strada, tè
accompagna, se necessario, al più vicino dormitorio, o offre uno spuntino e una bevanda calda, raccogliendo sfoghi, amarezze e a volte lacrime.
“Il servizio è stato inaugurato in via sperimentale l’anno scorso nel periodo da metà gennaio ai
primi di febbraio, ossia quello delle temperature più rigide dell’anno – dice Pavarani – ed ha accolto una ventina di persone”.