Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

da Il Manifesto del 16 dicembre 2007

Per chi ci riesce, non è finita. A me è successo un anno fa

Io sono una di quelle persone fortunate che si è regolarizzata con il decreto flussi 2006. In realtà sono ancora in attesa di ricevere il permesso di soggiorno. Tutta la mia vita qui in Italia è stata piena di attese e di paure.
Io ero una di quelle, come tantissime ce ne sono, che già lavorava e viveva qui in Italia e che l’unica possibilità di regolarizzarsi era il decreto flussi. Perché questo è l’unico modo previsto da questa legge ingiusta. L’unica possibilità per avere quel poco di diritti che vengono concessi alle persone. Si perché noi non siamo considerate delle persone, siamo della forza lavoro che è utile mantenere clandestina perché così è più facile sfruttarci.
Il nostro destino sarà di non esistere, o di esistere solo nel mondo sommerso dell’illegalità e del lavoro nero, ma non per il fatto di fare qualcosa ma semplicemente per il fatto di essere. Fino a quando saremo solo qualcosa si simile ad un essere umano continueranno ad esistere i decreti flussi, i cpt, i decreti sulla sicurezza e varie proposte di utilizzare metodi delle SS. Saremo umiliati, fregati, mandati via per non avere un reddito sufficiente e rinchiusi nei cpt per il solo fatto di esistere.
Come tutti sanno il decreto flussi prevede che il migrante sia al paese di origine. Anche i ministri lo sanno che questa è una menzogna. È cambiato il governo ma anche quest’anno le cose non andranno diversamente.
Penso a tutti quelli che aspetteranno come ho fatto io di ricevere il nulla osta, chi sarà fra i fortunati dovrà affrontare un viaggio clandestino per tornare a ritirare il visto d’ingresso.
Il mio giorno di partenza lo ricordo bene. Parto per Milano, prendo l’aereo da Malpensa. Ho lo zainetto mio amico di strada, questo viaggio lo facciamo insieme, come tanti altri. Sono felice e molto, molto preoccupata. Il problema è che sono irregolare, ma devo passare le frontiere. Le frontiere sono dei muri che devi passare senza farti del male. Cercherò , proverò, ma sono spaventata a morte. Siamo in tante, non parliamo tra di noi, quasi che abbiamo smesso di respirare per non fare rumore. Sono in fila per passare la frontiera.. Mi chiedono se ce l’ho il permesso. La risposta è no, negli occhi c’è tanta paura… Sulla mia fronte è scritto “irregolare”.
Sembra che è andato tutto bene, sono passata senza espulsione. Poi il volo è andato benissimo, atterraggio e eccomi a casa sulla mia terra. Erano tre anni che non vedevo i mie bambini, mio figlio è diventato troppo grande, non riesco più a prenderlo in braccio.
Ma non è finita, le file all’ambasciata, la notte è lunga e saranno lunghe anche quelle a venire. Il mio nulla osta sta per scadere, riesco appena in tempo ad avere l’appuntamento.
Anche quest’anno ci saranno tanti soldi pagati ai datori di lavoro per poter fare la domanda, cifre che vanno anche fino a 7000 euro, ci saranno le lunghe attese per ricevere i nulla osta, ci sarà chi non lo riceverà perché la sua domanda non è ben compilata o sarà bloccata perché aveva un’espulsione, ci saranno altri viaggi clandestini per tornare pericolosi e pieni di paure, ci sarà chi riceverà un’espulsione nel tentativo di rientrare al paese di origine, ci saranno soldi spesi alle ambasciate per ritirare il visto di ingresso, ci saranno persone disperate e fregate, ci saranno di nuovo le file e le attese per avere un permesso di soggiorno.
Tutto questo però non è frutto del caso ma delle politiche in tema di immigrazione che permettono che tutto questo sia possibile, che permettono che noi possiamo essere sfruttati quando lavoriamo in nero, quando chiediamo al datore di lavoro il favore di regolarizzarci con il Decreto Flussi lui può chiederci soldi in cambio, tanto non abbiamo altra possibilità, siamo quelli a cui viene impresso il marchio clandestino.
Tutto questo ci fa pensare che a qualcosa serviamo, che tutto questo meccanismo sia costruito e ben pensato per mantenere in piedi questa economia.
Ma noi non stiamo più soltanto ad aspettare a ad abbassare gli occhi. Lo sappiamo che nessuno ci regala niente che le cose ce le dobbiamo prendere. Per esempio qui a Reggio Emilia abbiamo organizzato un’associazione: Città Migrante, siamo in tanti cittadini migranti e italiani provenienti da diversi paesi come l’Ucraina, il Marocco, l’Egitto, La Nigeria, L’Algeria, la Moldova ed altri.
Vogliamo essere protagonisti delle lotte per i diritti perché sicuramente non sarà un governo a cambiare le cose e purtroppo anche questo decreto flussi ne è una dimostrazione.
Non ho paura di dire il mio nome perché esisto, esito come tutti quelli che presenteranno la domanda quest’anno, ma anche come tutti quelli che non lo faranno perché hanno già il marchio dell’espulsione o perché il datore di lavoro non vuole presentare la domanda, e non siamo i colpevoli perché qualcuno ha voluto che lo nostra vita sia clandestina.

Olesea Corizev – Città Migrante Reggio Emilia