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da La Tribuna di Treviso del 19 Gennaio

Undici scrittori in piazza contro il razzismo a Treviso

Sono undici scrittori contemporanei, quasi tutti tra i 40 e i 50 anni, accomunati dalla terra di origine: il Nordest. Si ritroveranno sabato prossimo alle 17 in piazza dei Signori per dare vita ad un reading antirazzista. Con l’attore Marco Paolini, Gianfranco Bettin, Tiziano Scarpa, Vitaliano Trevisan, Romolo Bugaro, Alberto Fassina, Marco Franzoso, Giulio Mozzi, Gian Mario Villalta, Mauro Covacich, Ferrucci.

Un appuntamento inedito, una sorpresa per il capoluogo della Marca, più noto per le espressioni e i provvedimenti anti-immigrati dei propri amministratori, da Gentilini in giù, che per iniziative legate alla letteratura.

Questa volta nel salotto buono della città saranno voci e brani di autori a prendersi la scena. «Sabato 26 – annuncia lo scrittore triestino Mauro Covacich su «L’Espresso» – ci riuniremo in piazza dei Signori a Treviso, epicentro e scaturigine idelae dell’intolleranza fomentata dagli amministratori, per leggere in pubblico brani di ispirazione antirazzista tratti dalla letteratura mondiale. Non ci importa quanto pedante parrà il nostro gesto, né quanto irrisorio sarà l’effetto che provocherà, noi non faremo finta di niente, non lo faremo soprattutto in rispetto dei tutti i veneti che non sono razzisti».

Gli undici precisano che alle loro spalle non c’è nessun partito o associazione: «Siamo associati – specifica Covacich – dalla convinzione che il razzismo, qualsiasi tipo di razzismo, ma soprattutto questo, ipocrita, moderno, benestante, sia semplicemente orrendo». Nessuna pietà per il Veneto, nessuna indulgenza per la cultura rurale e solidaristica.
Prima gli autori del Nordest vogliono esprimersi a chiare lettere contro coloro che soffiano sull’odio e sulla paura. L’ultimo in ordine di tempo ricordato da Covacich è il consigliere comunale Bettio che aveva invocato i metodi delle SS per gli immigrati. Gli esempi di intolleranza si allargano all’ ordinanza anti-sbandati partita da Cittadella e abbracciata dai sindaci leghisti trevigiani. «Dimenticando – aggiunge Covacich – che molti tra gli immigrati formalmente non capienti vengono pagati in nero ogni mese dai probi cittadini con l’aziendina.

Il nero (inteso come sommerso) è stato un integratore importante nello sviluppo di buona parte del Veneto. Se nel distretto del mobile tra Oderzo e Treviso i figli dei mezzadri sono diventati mobilieri miliardari, ciò non è dovuto alla loro pur esemplare disposizione alla fatica». La scena dunque agli scrittori con i loro libri preferiti nella speranza che si uniscano altri artisti con i loro brani, magari confidando, come dice senza mezze parole Covacich, che «gli abitanti si decidano a cambiare amministrazione».

(19 gennaio 2008)