L’Italia è al primo posto tra i Paesi industrializzati in quanto a lavoro nero, un fenomeno che riguarda in particolare le economie domestiche, il settore delle pulizie, il turismo, l’edilizia e soprattutto l’agricoltura.
Cresce inoltre anche la quota di lavoratori, regolarmente assunti, ma generalmente precari tenuti in scacco da contratti a tempo, verso cui vengono poste in essere pratiche al limite della regolarità: mancato rispetto dei contratti collettivi, doppia busta paga, dichiarazione numero di ore o giornate inferiori a quelle realmente svolte.
“Il meccanismo della cooperazione mette in parallelo tutte le diverse figure lavorative e ne sfrutta i dislivelli di visibilità nel sistema produttivo” commenta Sandro Chignola, del Coordinamento Migranti Verona oltre che docente presso l’Univerità degli Studi di Padova.
È un fenomeno che soprattutto nel Nord-Est riguarda in maniera particolare gli immigrati, i quali, man mano che arrivano nelle città, vanno ad occupare i gradini più bassi della scala sociale, ereditando da chi li ha preceduti quanto di peggio può offrire la società, compreso il lavoro.
Sandro Chignola aggiunge una provocazione: “Vorrei capire quanto della scintillante attività del nord est non dipenda proprio dall’accumulazione totalmente illegale del capitale…”
E’ di oggi la notizia che Firenze, dopo i lavavetri, dice stop ai mendicanti che chiedono l’elemosina sdraiati su marciapiedi o strisce pedonali, “causano pericoli ai pedoni e al traffico”. Mentre ieri a Milano è stato sgomberato per l’ennesima volta il campo rom in via Bovisasca.
“Non è sicuramente continuando a far leva su questa fantasia demenziale di poter separare, dividere, cacciare nella clandestinità che si possono risolvere i problemi della società multietnica che viene”, conclude Chignola. Proprio il 25 Aprile a Verona si svolgerà una manifestazione per i diritti e la dignità dei cittadini migranti.
L’audio integrale dell’intervista
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