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Parma – Vogliamo i nostri diritti!

Presidio davanti alla Prefettura dei rifugiati con la rete Dormire Fuori

“Siamo qui come prigionieri, senza lavoro, senza casa e senza voce”. Così vivono molti rifugiati a Parma, costretti da tempo, per la mancanza di accoglienza, a dormire sotto i portici della Pilotta.
“Ogni notte passa la polizia, controlla i documenti e se ne va”. Ieri però i vigili hanno portato via i panni ed i cartoni che usano come riparo; fra pochi giorni nel piazzale inizieranno i concerti organizzati dal comune, va rimossa ogni traccia di queste presenze così ingombranti.
Così ieri pomeriggio alle 18 i rifugiati, sostenuti dalla rete Dormire Fuori hanno dato vita ad un presidio davanti alla Prefettura, per ricordare alle istituzioni il dramma della loro odissea che sembra non avere fine, e per dire ai loro concittadini che la sicurezza è una questione che li riguarda molto da vicino: la sicurezza dei diritti, e del rispetto della dignità umana.

Questo è il testo della lettera che hanno consegnato in Prefettura:

“Vogliamo i nostri diritti”

Siamo persone col permesso di rifugiati o di beneficiari di protezione umanitaria, veniamo da Eritrea, Etiopia, Sudan e Costa d’Avorio.
Siamo venuti in Italia perché nei nostri paesi c’è la guerra ed eravamo perseguitati, per questo l’Italia ci ha dato protezione e un permesso di soggiorno, dopo averci rinchiusi nei campi. Ci hanno dato un permesso e un biglietto per il treno senza un posto dove andare e senza nessuna informazione o aiuto.
Cosa significa questo permesso di soggiorno?
Chiediamo i nostri diritti da tanto tempo ma non abbiamo ottenuto ne soluzioni ne risposte.
L’Italia ci ha dato protezione e un permesso di soggiorno; ora chiediamo anche i nostri diritti.

Da quando siamo a Parma a oggi non abbiamo trovato un posto migliore del dormitorio solo come sistemazione di emergenza per pochi giorni, e come noi tanti altri.
Stiamo studiando italiano e stiamo facendo corsi di formazione ma ancora non abbiamo una casa.

Se l’Italia non ci può dare i nostri diritti che almeno ci lasci andare in un altro paese d’Europa dove i diritti ci sono riconosciuti.
Siamo qui come prigionieri senza lavoro, senza casa e senza voce.

Vogliamo i nostri diritti!

Parma, 13 giugno 2008