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Parma – Il rifugiato questo disconosciuto

Comunicato stampa della rete "dormire fuori"

Lo status di rifugiato si ottiene dopo attento esame di una commissione governativa che valuta se una persona straniera ha fondati motivi etnici, religiosi o d’opinione d’essere perseguitato nel proprio paese. Quando la commissione concede lo status di rifugiato, alla persona viene rilasciato un apposito documento con i suoi dati, la foto, le impronte digitali.
Le persone che vedete dormire in Pilotta*, alla stazione, sotto i ponti o in case abbandonate alla periferia di Parma sono persone che hanno ottenuto dal Governo italiano lo status di “rifugiati politici “ o “umanitari”.

Se il sig. Prefetto di Parma nega il suo interessamento per ottenere, da parte dei rifugiati, il godimento del diritto ad un’abitazione a causa del loro diniego a riconcedere ancora una volta le loro impronte digitali.

Noi difendiamo la loro scelta

Perché:

1) Le impronte le hanno già date al loro arrivo in Italia
2) Da quando sono in Italia sono stati imposti loro solo doveri, nessun diritto è stato finora loro riconosciuto (soprattutto a Parma: cibo una volta al giorno, escluso la domenica e per periodi limitati, casa: solamente alcuni riescono a godere di periodi saltuari di pernottamento in dormitori aperti solamente durante le ore serali).
3) Più volte durante la giornata, lungo le strade di Parma, sono richiesti di mostrare alla polizia o ai carabinieri i loro documenti: lo fanno senza protestare.
4) Ogni ora, ogni giorno, ogni notte, il rifugiato a Parma deve dimostrare di non essere un criminale
5) Dieci rifugiati dei 41 da noi segnalati alla Prefettura hanno già ridepositato le loro impronte digitali per ottenere il rinnovo del permesso: non ci risulta che a loro sia stata concessa un’abitazione
6) I rifugiati a Parma vivono da mesi situazioni di stress e di incertezza per il loro futuro.

Non c’è alcun dubbio che il Prefetto di Parma possa chiedere le impronte digitali per interessarsi della condizione dei rifugiati nella nostra città: ma allo stesso modo non c’è alcun dubbio che è un atto lasciato alla sua discrezione, non imposto dalla legge.
Collegare la fruizione del diritto alla casa (e quale casa sarà????) alla deposizione delle impronte digitali, suona, ancora una volta, come atto di sfiducia ed è vissuto dagli stranieri come l’ennesima umiliazione.

E’ il caso di insistere a negare un diritto nascondendosi dietro un inutile cavillo burocratico, evitando di dare piena attuazione a convenzioni internazionali e alla nostra costituzione?

Rete “Dormire fuori”
Parma, 4 luglio 2008

* Questa notte, i rifugiati sono stati cacciati anche dalla Pilotta