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da Polis quotidiano del 02 luglio 2008

Parma – Rifugiati: le associazioni smentiscono il prefetto

Con un comunicato ufficiale diramato ieri, la Prefettura di Parma ha cercato di giustificarsi rispetto il perdurare dell’indecorosa vita cui sono costretti una ventina abbondante di rifugiati politici e umanitari che abitano da tempo a Parma. Come noto a molti e a tutti quelli che la sera passeggiano in centro città, da quando alla fine della stagione fredda i dormitori comunali hanno chiuso, queste persone sono costrette a vivere sotto i voltoni della Pilotta, nonostante il diritto di asilo loro riconosciuto dallo Stato italiano dopo lunghe pratiche burocratiche. La Legge indica nel prefetto il responsabile dei rifugiati. Ma il gabinetto del prefetto di Parma Paolo Scarpis sostiene che ” è di fatto impedita qualunque prosecuzione del tentativo esperito dalla Prefettura di individuare possibili soluzioni ” perché dei rifugiati ” nessuno si è presentato per essere compiutamente identificato “. La richiesta della Prefettura è di prendere le impronte digitali dei rifugiati prima di adoperarsi per qualsiasi soluzione alle loro richieste di un dignitoso dovuto alloggio. Ma la versione del prefetto Scarpis viene smentita dalle associazioni di volontariato che da sempre in città cercano di supplire alle mancanze delle autorità pubbliche. Negli ultimi giorni due gruppi di rifugiati si sono presentati a Palazzo Rangoni con i propri regolari documenti, solo che si sono rifiutati di lasciarsi prendere le impronte perché l’autorità pubblica non ha alcun titolo per richiederle. Del resto i precedenti due prefetti di Parma, Mario Licciardello e Angelo Tranfaglia, che ugualmente ebbero da risolvere questioni legate ai rifugiati umanitari loro affidati, non ebbero affatto bisogno di schedarli. Il fatto poi di essere indirizzati al Nucleo anticrimine per l’identificazione, ha spaventato gli immigrati. Le associazioni, Ciac in testa, lamentano anche l’assenza di vere proposte per risolvere il problema: è stata chiesta la schedatura dei rifugiati ma non è mai stato detto come poi potrebbe essere trovato loro un alloggio. Intanto la situazione dei rifugiati si aggrava. Neppure in Pilotta possono più stare tranquilli. Negli ultimi giorni più volte le forze dell’ordine hanno chiesto agli uomini che dormivano all’ingresso del teatro Farnese di andarsene e più volte ai rifugiati senzatetto sono state rubate le coperte e perfino gli abiti e le scarpe. Tutti i rifugiati di Parma stanno lavorando e seguendo corsi di formazione: « Ma come faccio ad andare a lavorare oggi che mi hanno preso le scarpe? », si chiede triste uno di loro. Per di più da ieri nel cortile della Pilotta sono iniziati i concerti della rassegna È GranEstate e l’intolleranza per le persone costrette a dormire a pochi metri dal palco ha toccato i minimi. Per protestare contro lo stato di cose e contro chi bada solo agli eventi di svago e non alle persone la rete Dormire fuori ieri sera ha manifestato all’ingresso del concerto. ( f.b. )