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da Il Piccolo di Trieste del 2 luglio 2008

Ponterosso, protesta dei senegalesi sfrattati

Il mercato apre tra le polemiche: passanti solidali con i vecchi ambulanti, imbarazzo tra i nuovi arrivati

Avvio delle bancarelle con prodotti tipici al posto dei venditori africani.

«Ci hanno buttati in strada. Ci tagliano le gambe perchè non siamo italiani. Ma abbiamo figli, dobbiamo mangiare. Lanceremo una raccolta di firme, chiederemo aiuto ai triestini. Che il Comune ci faccia stare da qualche parte vicini a Ponterosso: questa è casa nostra da oltre dieci anni». Questo un frammento del coro di proteste che ieri mattina, giorno di avvio del nuovo mercato dei prodotti tipici, ha invaso piazza Ponterosso. Una rabbia urlata e scritta su teloni dai tredici ambulanti senegalesi che occupavano l’area a fianco del Canal grande, e che da ieri, giorno di partenza del mercato (che prevede la vendita esclusiva di prodotti orto-floro-vivaistici regionali) hanno dovuto riempire i loro borsoni di portafogli e magliette dei vari Totti e Kakà, senza sapere dove e quando potranno tornare a stenderli sui banchi.
Alta tensione in Ponterosso, dunque. Al suo debutto, il nuovo «bazar» di verdura, frutta, piante, fiori, miele, carni suine, vino, olio, dolci e pesce, ha riservato non pochi momenti da brivido, facendo da cornice a una maxi polemica che, pur non arrivando alle mani, ci è andata vicino. Dita puntate, parole grosse, accuse di razzismo, cori di «buh-buh» indirizzati ai politici e qualche spalla toccata in maniera un po’ troppo energica hanno condito un faccia a faccia fuori programma. Da una parte l’assessore alle Attività produttive Paolo Rovis, giunto per battezzare il «suo» mercato, che alle 8 ha preso il via. Dall’altra gli ambulanti senegalesi e alcuni consiglieri comunali di centrosinistra, che avevano indetto una conferenza contro la scelta del Comune di realizzare un mercato di prodotti regionali.
Tutt’intorno uno scenario anomalo, con decine di triestini che, per scelta o per caso, si sono trovati nella mischia, a dire la loro (molti si sono mostrati solidali con i manifestanti). Tra i banchi, le facce perplesse dei nuovi inquilini del market – commercianti e produttori triestini e friulani – che si sono detti rattristati dall’accaduto. A chiudere il cerchio volti noti come Gigi Nardini (conosciuto anche come sosia di Pavarotti) che hanno dato ulteriore «colore» a una scena già di per sè sopra le righe. E a monitorare il tutto numerosi vigili urbani.
Questa la cronaca della bagarre: la miccia scoppia alle 11.30, quando i senegalesi, accompagnati dai consiglieri Alfredo Racovelli (Verdi), Roberto Decarli (Cittadini) ed Emiliano Edera (Lista Rovis) e da un gruppo di cittadini, sono pronti per la conferenza, proprio mentre Paolo Rovis sta compiendo il suo tour inaugurale tra miele, pasticcini e zucchine. È un attimo: le due fazioni si incrociano; Racovelli chiede a Rovis di intervenire all’incontro, ma l’assessore tenta di dribblare (rinfacciando al consigliere verde di non essersi presentato l’altro ieri a un incontro appositamente convocato da Rovis stesso). Ma poi, tra un’accusa e l’altra, l’assessore viene accerchiato e comincia una discussione accesa che durerà per un’ora. Risultato: giro finito male per Rovis (che ha ribadito che «c’è spazio nei mercatini rionali e al Mercato coperto» – proposta rifiutata dai diretti interessati); conferenza trasformata in caos, e ambulanti africani che non hanno tirato fuori un ragno da buco.
I veri protagonisti, infatti, erano loro, i senegalesi.
«Io lavoravo in Ponterosso dal ’98 – ha raccontato Mamadou Sow -. Essere cacciati così è ingiusto: l’unico elemento per stabilire la permanenza degli ambulanti dovrebbe essere l’anzianità». «Non voglio cambiare la mia attività – ha aggiunto un connazionale – perchè di fiori non ci capisco niente (questa era una delle possibilità previste per rimanere, colta solo da uno dei commercianti africani, ndr.)». Mamadou Niang, ha urlato: «Ho due figli, come li mantengo? Non voglio andare in mercati come quello di piazzale delle Puglie o al Mercato coperto, che sono vuoti perchè non si riesce a lavorare. Voglio restare qui. Altrimenti continuerò la protesta a oltranza».
di Elisa Coloni


«Pronti a ricorrere al Tar»

I 13 allontanati annunciano manifestazioni e picchetti

«Se entro il 30 luglio le nostre richieste non verranno accettate faremo ricorso al Tar. Nei prossimi giorni i miei clienti organizzeranno comunque manifestazioni e picchetti in città». Così Alessandra Marin, legale dei tredici ambulanti africani protagonisti della vicenda che sta surriscaldando piazza Ponterosso. «Dopo la manifestazione ho ricevuto nel mio studio sei dei miei assistiti – ha spiegato ieri l’avvocato Marin – che hanno confermato la propria contrarietà alle proposte espresse, ancora una volta dall’assessore alle Attività produttive Paolo Rovis».
Quali sono queste proposte? Rovis ne propone due. Prima: occupare gli spazi da tempo vuoti al primo piano del Mercato coperto di via Carducci. Soluzione che non piace perchè definita «fasulla» dai senegalesi: «Loro stessi si sono accorti che quei banchi sono vuoti perchè nessuno, nè italiano nè straniero, riesce a vendere. Andarci sapendo che non ci sarebbe un ritorno economico sarebbe un’assurdità». Seconda proposta: piazzarsi in altri mercatini rionali, dove c’è posto. In questo caso arriva un «no» secco perchè, come spiegato da Alessandra Marin, «tutti i mercati più appetibili, come quello di piazza Hortis, sono occupati da chi ha diritto di precedenza in base alla graduatoria. I miei clienti intendono lavorare in quelli poco appetibili, scartati anche dagli operatori locali».
(e.c.)


Accuse tra opposizione e Rovis

Racovelli (Verdi): discriminazioni. L’assessore: ci sono altre aree

«Il Comune avrebbe dovuto garantire la presenza dei commercianti senegalesi in Ponterosso, e invece ha gestito male la situazione e loro finiranno in strada con le loro famiglie, perchè non riusciranno più a lavorare». Lo ha affermato ieri mattina il promotore della conferenza stampa (che poi si è trasformata in una protesta generalizzata) Alfredo Racovelli (consigliere comunale dei Verdi). Insieme a lui altre voci, come quella – più cauta – di Emiliano Edera (Lista Primo Rovis), che ha parlato di «necessità di trovare una soluzione e un compromesso, per evitare discriminazioni». A parare i colpi in solitaria, tra i 17 stand del nuovo mercato (generalmente ce ne saranno 22, ma oggi 5 operatori hanno avuto problemi tecnici e sono mancati all’appello) l’assessore alle Attività produttive Paolo Rovis. «Trovo triste che esponenti del centrosinistra aizzino la gente per motivi politici – ha spiegato ieri in piazza -. La trasformazione del mercato di Ponterosso è stata deliberata dal Consiglio comunale e Alfredo Racovelli, lo scorso maggio, non era nemmeno presente in aula al momento del voto. Se gli ambulanti senegalesi vogliono lavorare – aggiunto – possono farlo in altri mercati: basta che presentino domanda agli uffici comunali».
(e.c.)