Quando dalle ordinanze, dalle squadre speciali si arriva al saccheggio e allo stupro dei diritti, la comunità dovrebbe indignarsi. E invece questa città non è più capace di farlo. Perché a che dica il sindaco Ravaioli, questa non è una città ospitale, ma è una città dove la “zeìnta furiscera la finess all’uspidel”…
Non ci voleva, infatti, molto a capire che quest’estate se da un lato la situazione repressiva è peggiorata, dall’altro, almeno qualcuno, finalmente ha trovato il coraggio di dire chiaramente che molto spesso vi sono abusi di potere e violenza legati all’esercizio repressivo sul territorio locale della vendita ambulante senza licenza, come correttamente andrebbe chiamata.
In un clima esasperato e spiccatamente razzista – come dimostrano diverse analisi antropologiche sul tema della vendita ambulante nella riviera romagnola, in particolar modo da parte dei venditori di origine senegalese – si alimentano atteggiamenti schizofrenici e sicuramente incapaci di capire e affrontare correttamente la questione, all’interno della quale emerge, in maniera sempre più chiara e inequivocabile, la finzione di una legalità a senso unico, una legalità che unisce destra e sinistra nel pensare che la sicurezza è fatta di divieti, armi speciali, e strapoteri ai vigili urbani, quelli del fischietto e della paletta ai semafori, diventati oggi invece dei veri e propri rambo.
Dentro questa schizofrenia è chiaro che gli eccessi, le paure angosciose e i comportamenti inequivocabili sono pane quotidiano, perché poco valore ha sventolare le cifre degli agenti municipali aggrediti a fronte di un sommerso di soprusi e violenze che questi venditori, illegali, abusivi e sporcaccioni, come vengono definiti, subiscono…. Rimane solo il problema che anche loro sono esseri umani e qualcuno finalmente trova il coraggio di parlare o meglio di raccontare.
Poi è strano come in questa finzione di legalità a senso unico a favore della categorie economiche più importanti per il processo di accumulazione capitalistico di questo territorio – albergatori e commercianti – si continui a evitare di parlare delle molteplici illegalità e irregolarità di questo territorio: lavoro sommerso/grigio, sfruttamento o che dir si voglia.
Abbiamo presentato due settimane fa una mini inchiesta sullo sfruttamento della manodopera comunitaria nel settore turistico/alberghiero, che poco interesse ha trovato anche sulla stampa, perché scoprire il vaso di pandora non solo non fa notizia ma è chiaramente interesse di tutti mantenerne il “tacito segreto”.
Quale città si profila negli anni a venire fa solo i brividi pensarla….
Esprimiamo solidarietà e piena vicinanza a Djly Nlang, cittadino riminese che viene dal Senegal e per ciò che ingiustamente ha subito e lo ringraziamo per il coraggio che ha dimostrato, segno di un senso civico e di esercizio attivo della cittadinanza sconosciuto per questa città.
Esprimiamo, inoltre, solidarietà a tutti quei vigili con fischietto e paletta che speriamo siano schifati per quello che sta accadendo a questa professione, che dalla difesa del territorio e della sicurezza stradale/cittadina, sta diventando sempre più corpo militare d’azione ed intervento al servizio non dei beni comuni, ma degli interessi sempre più sclerotizzati, rozzi, paranoico razzisti dei politici sicuritari.
Rimini – Gli abusi legalizzati
Comunicato Laboratorio Paz sull’aggressione ai venditori ambulanti
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